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Mario Soldati
(✶1906   †1999)

«Quando riusciamo a vedere la bellezza, essa è sempre perduta.»
(Mario Soldati, La messa dei villeggianti, Mondadori)

Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 – Tellaro, 19 giugno 1999) è stato uno scrittore, giornalista, regista cinematografico, sceneggiatore e autore televisivo italiano.

Mario Soldati nasce in via Ospedale 20 (oggi via Giolitti), a Torino, figlio di Umberto e Barbara Bargilli. Nel 1912 inizia gli studi all'Istituto Sociale dei Gesuiti, dove rimane fino alla terza liceo classico. La lezione dei Gesuiti è in questo momento molto importante per lui, ed è un fervente praticante (penserà anche di entrare nell'Ordine, salvo poi giungere a un modo molto personale e libero di concepire la fede conciliandola con la sua visione razionalistica, come trasparirà dalla sua produzione letteraria). Si diploma a diciassette anni e s'iscrive alla facoltà di lettere. La Torino degli anni venti è quella dell'intelligenza di Piero Gobetti, della pittura di Felice Casorati e del mecenatismo di Riccardo Gualino. Gli amici più cari sono Mario Bonfantini, Giacomo Debenedetti, Carlo Levi, Giacomo Noventa, Agostino Richelmy.

Nel 1925 pubblica il dramma Pilato. Nel 1927 si laurea in storia dell'arte con Lionello Venturi discutendo una tesi su Boccaccio Boccaccino (pubblicata nel 2009), pittore del Cinquecento, e cura il catalogo della Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino. Ottiene poi, con l'aiuto di Venturi, una borsa di studio della durata di tre anni presso l'Istituto d'Arte di Roma dove incontra Adolfo Venturi e Pietro Toesca. Nel 1929 vi è l'esordio come narratore, con il libro di racconti, Salmace che ha rappresentato, come ha ben notato Cesare Garboli, una delle prime esplorazione narrative, del tutto nuove per l'Italia, della vasta terra dei sentimenti loschi. All'inizio del terzo anno, l'offerta di una nuova borsa di studio lo induce a lasciare Roma e a partire per New York, dove insegna alla Columbia University.

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Nel 1931 ritorna in Italia deluso di non essere riuscito a diventare cittadino statunitense. Si sposa con Marion Rieckelman (si lasceranno tre anni più tardi), che è stata sua studentessa alla Columbia, e insieme hanno tre figli: Frank, Ralph e Barbara. In primavera inizia a lavorare per la Cines-Pittaluga, la realtà più importante del cinema italiano.

Sul set, inizia come ciacchista, ha l'impressione che i suoi studi umanistici e artistici non servano più a nulla così come i suoi libri e i suoi articoli. L'incontro, però, con l'allora presidente della Cines Emilio Cecchi, e la sua stima, lo conducono nel settore 'soggetti', dove inizia la carriera di sceneggiatore, continuando a collaborare con Mario Camerini come aiuto regista e intensificando il rapporto con Guglielmo Alberti, proveniente dallo stesso ambiente torinese.

Nel 1934, a causa dell'insuccesso del film Acciaio (tratto da un soggetto di Pirandello a cui collabora come sceneggiatore), Soldati viene licenziato.

Si trasferisce a Corconio, frazione di Orta San Giulio, un piccolo paese sul lago d'Orta. Lontano da Roma e dal cinema, vi rimane per due anni, durante i quali scrive America primo amore, diario e racconti del giovanissimo intellettuale europeo della sua esperienza di vita negli Stati Uniti, e vari altri scritti tra cui la prima parte del 'La confessione'.

Nel 1936 il regista Mario Camerini lo rivuole a Roma.

L'esordio alla regia

Nel 1939 esordisce come regista con Dora Nelson, una commedia nello stile di Ernst Lubitsch. Del 1941 il film che lo renderà il regista più popolare di quell'anno, Piccolo mondo antico, un successo che metterà d'accordo la critica e il pubblico, un classico del cinema italiano, dove la ventenne Alida Valli, al suo primo ruolo drammatico, vince la coppa Volpi come migliore attrice protagonista. Questi film, molto curati dal punto di vista formale e ricchi di riferimenti figurativi e letterari, sono riconducibili al movimento del cinema calligrafista.

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La fuga

Nel 1941 aveva intanto conosciuto una ragazza di Fiume, Giuliana Kellermann, attrice con cui passerà il resto dei suoi giorni. Insieme concepiranno Wolfango, Michele e Giovanni, gli altri tre figli dello scrittore.

La notte del 14 settembre 1943 fugge da Roma con Dino De Laurentis, e l'avventura diventerà il diario di viaggio intitolato Fuga in Italia. Trascorrerà nove mesi a Napoli lavorando, tra l'altro, ai microfoni di "Radio Napoli"; al ritorno a Roma sarà corrispondente di guerra per l'Avanti! e L'Unità sulla linea Gotica. Trascorsero una settimana in un paese chiamato Torella dei Lombardi.

Nel 1948 scioglie il contratto con il grande produttore di Hollywood David O. Selznick, poiché il consolato americano nega il visto d'ingresso alla sua compagna.

Nel 1949 dirige Fuga in Francia al quale contribuirono anche Cesare Pavese e Ennio Flaiano, e pubblica La giacca Verde uscito in un volume edito da Longanesi insieme a Il padre degli orfani e La finestra, che gli valse il premio letterario San Babila.

Nel 1952, dal romanzo di Alberto Moravia, dirige La provinciale. Nel 1954 pubblica il romanzo Lettere da Capri che gli valse il premio Strega e la popolarità come scrittore.

La televisione

Il giorno della nascita della RAI va in onda il film di Soldati 'Le miserie del signor Travet'. Nel 1956, a due anni dalla nascita della televisione italiana, Soldati inventa il 'reportage enogastronomico' è infatti l'ideatore, regista e conduttore dell'inchiesta televisiva: Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini, una delle trasmissioni più originali della TV degli inizi, considerata un documento d'importanza antropologica: con il Soldati del viaggio sul Po nasce in Italia la figura del giornalista enogastronomico. Mario Soldati, interprete appassionato dell'identità italiana, con il pretesto del cibo e del vino fa conoscere l'Italia agli italiani e 'Il Viaggio lungo la valle del PO', prima inchiesta enogastronomica in Italia inaugura anche il fenomeno del 'turismo enogastronomico', uno dei settori di maggiore successo dell'economia italiana.

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Proprio nel corso di quella trasmissione stabilisce un forte e duraturo legame con i luoghi del Po, dove ha ambientato, tra l'altro, tutti i Racconti del Maresciallo e con la provincia di Ferrara, nella quale si era già recato in precedenza per girare a Comacchio La donna del fiume con Sofia Loren, e con le specialità gastronomiche di quella terra. Dopo le anguille de La donna del fiume scopre la salama da sugo della quale scriverà un famoso elogio. Con uno sguardo sempre attento all'identità italiana il suo viaggiare nel paese confluirà nel libro Vino al Vino (i tre volumi, del 1969, 1971 e 1976, verranno riuniti nel 2006 in un volume degli Oscar Mondadori) considerato da alcuni uno dei più bei viaggi in Italia mai scritti.

Il suo ultimo film Policarpo, ufficiale di scrittura, a cui prendono parte Renato Rascel e Carla Gravina, vince al Festival di Cannes del 1959 il premio per la migliore commedia.

Un'altra fuga, questa volta da Roma e dal cinema; dal 1960 vivrà tra Milano e Tellaro sull'estrema costa ligure di levante. Nel 1964 pubblica Le due città, romanzo di respiro balzachiano che abbraccia cinquant'anni di storia italiana e che nella seconda parte è ambientato nel mondo del cinema delle origini.

Presso Arnoldo Mondadori Editore pubblica il romanzo L'attore, best-seller nel 1970, che si aggiudica il Premio Campiello.

Nel 1974 collabora con Folco Quilici nella serie L'Italia vista dal cielo, curando il commento del documentario dedicato al Piemonte e Valle d'Aosta.

Nel 1981 esce L'incendio, romanzo stevensoniano ricco di colpi di scena, ambientato nel mondo dell'arte.

È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino, in una tomba di famiglia, insieme alla moglie Jucci Kellermann.

Il figlio Giovanni Soldati, nato nel 1953, è anch'egli un regista cinematografico, ed è l'ormai storico compagno dell'attrice Stefania Sandrelli.

Nel 2006 a 100 anni dalla nascita di Mario Soldati viene istituito un "Comitato Nazionale per le celebrazioni" sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica presieduto da Volfango Soldati. Le numerose iniziative che hanno coinvolto il mondo della letteratura, del giornalismo, del cinema, della televisione,del teatro e dell'arte visiva hanno rafforzato l'immagine del "l'interprete dell'identità italiana" che ha attraversato il novecento con un'opera che per prima ha fatto dialogare la scrittura con il cinema e gli altri "media". Nel 2007 nasce l'"Associazione culturale Mario Soldati" guidata da Anna Cardini Soldati che intende rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati alla figura e all'opera di Mario Soldati.

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Il profilo artistico

Soldati, come ha scritto Aldo Grasso, ci ha lasciato opere memorabili in letteratura, nel cinema e nella televisione.

Lo scrittore

«Fra gli scrittori del novecento italiano, Soldati è l'unico che abbia amato esprimere, costantemente e sempre, la gioia di vivere. Non il piacere di vivere, ma la gioia; il piacere di vivere è quello del turista che visita i luoghi del mondo assaporandone le piacevolezze e le offerte ma trascurandone o rifuggendone gli aspetti vili, o malati, o crudeli; la gioia di vivere non rifugge nulla e nessuno: contempla l'universo e lo esplora in ogni sua miseria e lo assolve.»
(Natalia Ginzburg)
«L'assoluta leggerezza della scrittura di Soldati significa fraternità. Il suo rapporto col lettore non è autoritario, ma mitemente fraterno»
(Pier Paolo Pasolini)
«Una delle grandi qualità di Soldati, come è noto, è la capacità di farci apparire degna di racconto, e quindi interrogabile dall'intelligenza qualunque realtà, grande o piccola indifferentemente: la tragica immensità di Manhattan nell'età del proibizionismo non meno della vita di un pollaio al di là dello squallido cortiletto di un hotel della Valtellina»
(Cesare Garboli)
«Qualcosa che somiglia alla felicità... e questo è, esattamente definito, il mio sentimento di lettore di Soldati da quando, per la prima volta su "Il Mondo" di Pannunzio, lessi un suo racconto.»
(Leonardo Sciascia)

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Il regista

Nella sua carriera di sceneggiatore e regista cinematografico ha diretto ventotto film fra gli anni trenta e cinquanta, allestendo cast con i più grandi attori dell'epoca, ricordiamo 'Piccolo mondo antico' 'La provinciale' ma il fatto di essere anche uno scrittore di talento e di successo ha rischiato spesso di far passare Soldati come un regista mancato o come uno scrittore frustrato dall'incapacità di trasferire nelle pellicole un uguale talento artistico. Soldati ricordava infatti che i cineasti storcevano il naso di fronte al 'letterato' e i letterati disapprovavano 'l'uomo di spettacolo'. In realtà il regista, come sostenne egli stesso, era per lui una cosa diversa dallo scrittore:

«Il cinema non è come lo scrivere, appartiene meno a chi la fa ed i registi sono meno individuali, più collettivi, sono più a contatto con il popolo.»

Soldati pertanto alternò l'attività di scrittore, vissuta come prolungamento romantico di un esercizio privato e soggettivo dello spirito, a quella di regista, vissuta in costante compromesso con la dimensione commerciale e in "ascolto" dei gusti del pubblico:

«Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria; l'artista che fa del cinema deve per forza venire a patti con questa industria...»

Il filo che tiene unita tutta la produzione cinematografica di Soldati, così varia e multiforme, consiste proprio nella messa a punto di una pratica creativa plasmata sulle logiche dell'industria culturale e dell'impatto col pubblico.

Il primo filone è caratterizzato da opere come Piccolo mondo antico, Malombra e Daniele Cortis, tratte tutte dai romanzi di Antonio Fogazzaro, romantici e romanzeschi, melodrammatici e popolari. Nel 1948 dirige Fuga in Francia e nel 1954 La provinciale, due classici del cinema italiano. Il secondo filone, con Botta e risposta, È l'amor che mi rovina, O.K. Nerone e Italia Piccola, film girato ad Arena Po in provincia di Pavia nel 1957 purtroppo andato perduto (non esiste più una copia proiettabile) è invece la coabitazione tra popolare ed élite, che caratterizza i primi anni cinquanta Le varie fasi della cinematografia di Soldati hanno sempre in comune il contatto ravvicinato con il popolo, e, sia pure con tanti stili diversi, uno per ogni film, con un minimo di continuità poetica.

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Il "personaggio"

È stato sicuramente un protagonista, seppur discusso e controverso (come sempre accade agli anticonformisti e ai pionieri), della cultura italiana della prima e della seconda metà del Novecento, considerato un "personaggio' per il coraggio di conciliare la cultura cosiddetta alta all'arte popolare e quindi allo spettacolo: ritenuto, da sempre, in ambito letterario un "buon narratore" (America primo amore, del 1935, più volte riedita, è considerata da alcuni la sua opera migliore insieme a La giacca verde definito, da alcuni letterati autorevoli, il più bel racconto del Novecento italiano, Lettere da Capri e Il vero Silvestri), non è stato solo uno scrittore di primissimo ordine, ma anche l'autore di alcuni capolavori del cinema italiano (Piccolo mondo antico, Malombra, Fuga in Francia, La provinciale). Da non sottovalutare poi, l'opera pionieristica che questo scrittore portò avanti nel piccolo schermo. Senza essere stato considerato dalla critica militante del secondo dopoguerra, tra i più grandi registi del cinema italiano, attualmente è considerato uno dei maestri del cinema italiano moderno, è però sempre stato annoverato tra i "registi intellettuali" o meglio tra gli "intellettuali registi" (lo storico del cinema Mario Verdone lo ha definito un formalista, al pari di Alberto Lattuada). Ebbe peraltro un'ampia popolarità sia tra il pubblico cinematografico sia tra i lettori italiani. In occasione del centenario della nascita, il regista Carlo Lizzani il 27 giugno 2006 all'Archiginnasio di Bologna ha spiegato che Soldati ha tracciato l'altra strada del cinema italiano; una strada parallela a quella intrapresa dal cinema neorealista; Marco Müller, direttore artistico della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, ha presentato il film di Soldati Fuga in Francia del 1948 al pubblico della sala Perla nel 2006 come l'opera di uno dei maestri del cinema italiano moderno.

«Mario Soldati è stato un dispensatore d'allegria. Nel senso dell'allegria vera, quella che qualche essere raro riesce a diffondere intorno a se. Lo scrittore torinese aveva infatti il potere di alleggerirti lo spirito. Non era fatuo. Era alacre e inquieto. (...) Nei tanti anni in cui l'ho frequentato, non l'ho mai visto un istante accasciato, in disarmo o scettico. Al pari di tanti suoi personaggi, Mario intendeva la realtà come 'suspense'. (...) Stando con Soldati si aveva la sensazione di abitare in uno dei suoi racconti. Di diventare un colore della sua tavolozza, un comprimario sul suo palcoscenico. (...) Come dissipatore di se Soldati non ha conosciuto uguali. La sua capacità di spendersi era l'altra faccia del suo narcisismo: il suo lato più commovente, se l'aggettivo non fosse disadatto al personaggio. Non alludo soltanto al fatto che una grande firma della narrativa italiana del Novecento abbia prodotto le sue opere più nitide e mature sottraendo qualche ora (o qualche giorno)al lavoro di regista in cinema e tivù, quasi fosse un dilettante della letteratura, uno scrittore 'domenicale'. Mi riferisco,in generale, a quel desiderio di non perdersi mai nulla che per Soldati era un imperativo esistenziale. La prodigalità di sé faceva corpo con il suo talento. (...) Un altro grande scrittore, Pier Paolo Pasolini, decretò una trentina d'anni fa che le lucciole erano scomparse dai campi, vittime dell'industria e dei suoi veleni. Mario pur ammirandolo, s'era assunto la missione di smentirlo: a cercarle bene, sosteneva, le lucciole si trovano ancora. Così come è ancora possibile scoprire, in tanti angoli di un'Italia da lui prediletta ed esplorata, vini dal sapore antico, gatti ammiccanti ed enigmatici, pretini che sbucano da sorprendenti chiesette campestri, osti, ostesse e cantinieri, contadini e marescialli. L'importanza è accostarsi a questa archeologia dell'anima senza sussiego. Non negarsi emozioni. Non tirarsi indietro. (...)»
(Nello Ajello, Mario Soldati. Racconto d'una vita allegra, "Illustrissimi", Laterza, Bari-Roma 2006.)
«Del talento di Soldati c'era poco da dubitare: bastava una serata con lui per rendersene conto. E a qualunque cosa lo avesse applicato – letteratura, cinema, teatro, forse anche musica -, purché lo avesse fatto a tempo pieno, cioè con totale dedizione, sarebbe diventato un numero uno. Malauguratamente per lui, e per tutti, egli era capace di fare qualsiasi cosa – racconto, saggio, sceneggiatura – ma senza riuscire ad esserne nessuna. Perché la sua vera natura e vocazione erano quelle dell'attore. In ogni momento e circostanza, anche nella conversazione tra amici come Longanesi, Maccari, Flaiano, il sottoscritto, anche – credo – a letto, Soldati recitava una parte in cui s'immedesimava, ma a scadenza.»
(Indro Montanelli)

Nel corso della sua vita si è anche occupato di politica, sempre da 'artista' e in fuga dal potere, iniziando a militare nell'area socialista subito dopo il delitto Matteotti. Nel Dopoguerra si è candidato varie volte alle elezioni nelle liste del Partito Socialista Italiano, durante le segreterie di Pietro Nenni e Bettino Craxi. Nel 2011 il professor Ossola in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia ha definito Soldati l'interprete dell'identità italiana.

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Opere (parziale)

Pilato (tragedia in tre atti), Torino: Sei, 1925
Salmace (sei novelle), Novara: "La Libra", 1929; ripubblicato con una nota di Cesare Garboli, Milano: Adelphi, 1993; poi in «Oscar», Milano: Mondadori, 2009
America primo amore, Firenze: Bemporad, 1935, poi: Roma: Einaudi, 1945; Milano: Garzanti, 1956; Milano: Mondadori, 1959 e 1976; Milano: Emme Edizioni, 1975; Palermo: Sellerio, 2003
(Con lo pseudonimo di Franco Pallavera), 24 ore in uno studio cinematografico, Milano: Corticelli, 1935, poi (a nome proprio) in Palermo: Sellerio, 1985
La verità sul caso Motta, 1937 (prima edizione a puntate su Omnibus), Milano: Rizzoli; 1941, poi Garzanti 1957, Mondadori, 1967 e 1973, Palermo: Sellerio 2004
L'amico gesuita (racconti), Milano: Rizzoli, 1943, poi Milano: Mondadori 1979
Corrispondenti di guerra, Palermo: Sellerio, 2009 (ma articoli risalenti al periodo)
Fuga in Italia, Milano: Longanesi, 1947; poi Milano: Edizioni Scolastiche Mondadori, 1969; poi Palermo: Sellerio, 2004
A cena col commendatore, Milano: Longanesi, 1950; poi Milano: Mondadori, 1961 e 1977 (i tre racconti: La giacca verde, Il padre degli orfani e La finestra sono stati pubblicati anche singolarmente da Palermo: Sellerio, 2005
L'accalappiacani, Roma: Atlante, 1953
Le lettere da Capri, Milano: Garzanti, 1954; poi Milano: Mondadori, 1961, 1976 e successive edizioni
La confessione, Milano, Garzanti 1955; poi Milano: Mondadori, 1959 e 1980; e Milano: Adelphi, 1991
I racconti, Milano: Garzanti, 1957
Il vero Silvestri, ivi, 1957; poi: Milano: Mondadori, 1959 e 1971
La messa dei villeggianti, ivi, 1959, 1982; e in «Oscar» 2007
I racconti 1927-1947, Milano: Mondadori, 1960 (riedizione dei Racconti editi da Garzanti nel 1957)
Canzonette e viaggio televisivo (poesie), Milano: Mondadori, 1962
Storie di spettri, ivi, 1962
Le due città, Milano: Garzanti, 1964, poi 1985; poi in «Oscar», Milano: Mondadori, 2006
La busta arancione, Milano: Mondadori, 1966, e ivi, 1984
I racconti del maresciallo, ivi, 1967
Fuori, ivi, 1968
Vino al vino. Viaggio alla ricerca dei vini genuini, ivi, 1969, poi: ivi, 1981
I disperati del benessere (viaggio in Svezia), ivi, 1970
Introduzione a Henry Furst, Il meglio, Milano: Longanesi, 1970
L'attore, Milano: Mondadori 1970, poi: ivi, 1975, quindi Milano-Novara: Mondadori-De Agostini, 1986
55 novelle per l'inverno, Milano: Mondadori, 1971
Vino al vino 2, ivi, 1971, poi Milano: Mondadori, 1981
Da spettatore. Cronache del cinema, ivi, 1973
Un prato di papaveri. Diario 1947-64, ivi, 1973
Il polipo e i pirati (fiaba illustrata), Milano: Emme Edizioni, s.d. [ma 1974]
Lo smeraldo, Milano: Mondadori, 1974, poi: ivi, 1985
Lo specchio inclinato, ivi, 1975
Vino al vino 3, ivi, 1975, poi: ivi, 1981; i tre Vino al vino sono stati raccolti in unico volume da Milano: Mondadori nel 2006
La sposa americana, ivi, 1977, poi: ivi, 1980
Lettere a Mario Soldati, ivi, 1979
Addio diletta Amelia, ivi, 1979
44 novelle per l'estate, ivi, 1979
La carta del cielo (antologia per la scuola media a cura di Natalia Ginzburg), Torino: Einaudi 1980
L'incendio, Milano: Mondadori, 1981
La casa del perché, ivi, 1982
Lo scopone, in collaborazione con Maurizio Corgnati, ivi, 1982
Nuovi racconti del maresciallo, Milano: Rizzoli, 1984
L'architetto, ivi, 1985
L'avventura in Valtellina, Bari: Laterza, 1986
Ah! Il Mundial!, Milano: Rizzoli, 1986; poi: Palermo: Sellerio, 2008
El Paseo de Gracia, Milano: Rizzoli, 1987;
Regione regina (raccolta di scritti già editi dedicati alla Liguria), Bari: Laterza, 1987;
Rami secchi (ritratti e ricordi), Milano: Rizzoli, 1989;
Opere. I: Racconti autobiografici, a cura di C. Garboli, Milano: Rizzoli, 1991
Opere. II: Romanzi brevi, a cura di C. Garboli, Milano: Rizzoli, 1992
Le sere, Milano: Rizzoli, 1994;
Romanzi, «Meridiani», Milano: Mondadori, 2006
Romanzi brevi e racconti, «Meridiani», Milano: Mondadori, 2009
Boccaccino, pubblicazione della tesi di laurea, a cura di Giacomo Jori, Nino Aragno Editore. ISBN 978-88-8419-411-4

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Sceneggiature

Figaro e la sua gran giornata (co-sceneggiatura con Tomaso Smith, regia di Mario Camerini, (1931)
La cantante dell'Opera. regia di Nunzio Malasomma, (1932)
La tavola dei poveri (co-sceneggiatura con Raffaele Viviani), regia di Alessandro Blasetti (1932)
Gli uomini, che mascalzoni... (co-sceneggiatura con Aldo De Benedetti), regia di Mario Camerini (1932)
Acciaio, regia di Walter Ruttmann, non accreditato, (1933)
Cento di questi giorni (co-sceneggiatura con Guglielmo Alberti), regia di Augusto e Mario Camerini, (1933)
Giallo , regia di Mario Camerini, (1934)
Il cappello a tre punte (co-sceneggiatura con Ercole Patti ed Ivo Perilli). regia di Mario Camerini (1934)
Ma non è una cosa seria (co-sceneggiatura con Ercole Patti), regia di Mario Camerini (1936)
Il grande appello (co-sceneggiatura con Ercole Patti e Piero Solari), regia di Mario Camerini, (1936)
Contessa di Parma (co-sceneggiatura con Gherardo Gherardi, Alessandro Blasetti, Libero Solaroli, Aldo De Benedetti), regia di Alessandro Blasetti (1937) - anche aiuto regista
Il signor Max, regia di Mario Camerini (1937)
Stasera alle undici, regia di Mario Camerini, (1937)
Voglio vivere con Letizia, regia di Camillo Mastrocinque, (1938)
L'orologio a cucù (co-sceneggiatura con Renato Castellani, regia di Camillo Mastrocinque, (1938)
Castelli in aria (co-sceneggiatura con Alessandro De Stefani e Franz Tanzler), regia di Augusto Genina (1939)
Il documento (co-sceneggiatura con Renato Castellani, Mario Pannunzio ed Ivo Perilli), regia di Mario Camerini, (1939)
Il peccato di Rogelia Sanchez (co-sceneggiatura con Alberto Moravia, regia di Carlo Borghesio, (1940)
Un colpo di pistola (co-sceneggiatura con Mario Bonfantini, Renato Castellani, Corrado Pavolini e Alberto Moravia), regia di Renato Castellani (1942)
Questi fantasmi (co-sceneggiatura con Giuseppe Marotta ed Eduardo De Filippo), regia di Eduardo De Filippo (1954)
Guerra e pace - (co-sceneggiatura con Bridget Boland, Mario Camerini, Ennio De Concini, Ivo Perilli, King Vidor, Robert Westerby e Gian Gaspare Napolitano). regia di King Vidor (1956)
I racconti del maresciallo (sceneggiato televisivo, 1968)

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Filmografia

La principessa Tarakanova (1938) - regista della versione italiana
La signora di Montecarlo (1938) - regista della versione italiana
Due milioni per un sorriso (1939)
Tutto per la donna (1939)
Dora Nelson (1939)
Piccolo mondo antico (1941)
Tragica notte (1942)
Malombra (1942)
Chi è Dio (1945)
Quartieri alti (1945)
Le miserie del signor Travet (1946)
Eugenia Grandet (1947)
Daniele Cortis (1947)
Fuga in Francia (1948)
Quel bandito sono io (1950)
Botta e risposta (1950)
Donne e briganti (1950)
È l'amor che mi rovina (1951)
O.K. Nerone (1951)
Il sogno di Zorro (1952)
Le avventure di Mandrin (1952)
I tre corsari (1952)
Jolanda, la figlia del Corsaro Nero (1952)
La provinciale (1953)
Il ventaglino (1954)
La mano dello straniero (1954)
La donna del fiume (1955)
Guerra e pace - regista della 2ª unità
Era di venerdì 17 (1957)
Italia piccola (1957)
Policarpo, ufficiale di scrittura (1959)
Ben Hur - regista della 2ª unità

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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