25. Nelle frasi fare la graziosa, la capricciosa, fare le galanti e altre simili, questi aggettivi possono diventare femminili.
Gli aggettivi di patria e nazione riferiti a persona maschiile hanno sempre natura di sostantivi: non si dice l'uomo romano, gli uomini francesi, ma si deve dire il Romano, i Francesi ecc.: riferiti a femmina possono sostantivarsi o no.

Aggettivi sostantivati con altri aggettivi
26. Gli aggettivi sostantivati che abbiano preso quasi natura di sostantivo possono ricevere a loro volta altri aggettivi, come per esempio il fiero bandito, un sapiente umile, il ricco prodigo, il povero dispregiato, i potenti orgogliosi; il misero amante (e molti altri simili derivati da un participio presente), il debole oppresso.

27. Ma è contrario alla natura dell'italiano appoggiare aggettivi ad altri aggettivi sostantivati che non abbiano questa forza; né sarebbe detto bene un povero onesto, il piccolo valoroso, la bella sagace, il gentile sventurato, il generoso ardito, il magnanimo amabile, le graziose ridicole, il burbero benefico ecc. ecc.

28. Non si possono sostantivare due aggettivi separati da congiunzione, quando si riferiscono alla stessa persona, come se dicessimo l'ignorante e presuntuoso, dovendo dire l'uomo ignorante e presuntuoso; ovvero, senza la congiunzione, l'ignorante presuntuoso (vedi qui sopra).

Aggettivo in senso neutro
29. L'aggettivo, conservando la sua forma maschile singolare, può non riferirsi ad alcuna cosa determinata e indicare un concetto astratto da tradursi ora con un sostantivo astratto corrispondente, ora col nome cosa o cose, accompagnato dall'aggettivo stesso al femminile. Questo si chiama aggettivo in senso neutro, perché non si riferisce a nessuna cosa concreta o determinata. Anche qui si debbono distinguere diversi casi che accenneremo.

30. L'aggettivo è preceduto dall'articolo determinato: per esempio il vero, il bello, il giusto, l'onesto, il facile, il difficile, il buono, il cattivo ecc. nel senso di la verità, la bellezza, la giustizia ecc. o in altri casi le cose vere, belle, giuste, oneste, facili, ecc.
Anche in numero plurale si adoprano eccezionalmente alcuni di questi aggettivi sostantivati, ma son pochi e rari: per esempio i particolari per le particolarità; i possibili, i veri, gli universali ecc.
L'aggettivo segue ad un di o del di senso partitivo: per esempio c'è del buono, nulla di bello, niente di nuovo ecc.