868. dalla seconda persona singolare, molto usata nelle descrizioni: tu vedi, tu odi; avresti veduto, avresti udito ecc. ecc. (Vedi addietro, cap. XV, § 4);

869. dalla terza plurale riferita agli uomini in generale: ciò per altro si usa solo con pochi verbi di opinione, come dicono, narrano, vogliono (nel senso di si crede), stimano, credono ed altri di pari significato; p. es. dicono che presso il golfo della Spezia sia accaduta una grave disgrazia:

870. più spesso la terza plurale si usa non veramente in senso affatto indeterminato, ma relativo in generale a chi ha ideato, fatto e guidato comecchessia una cosa od un'impresa. P. es. se si parla di una disposizione presa dal Governo o da magistrati, di un edifizio diretto da architetti ed eseguito da muratori, di un dato modo di fabbricare, di una lavorazione o che so io, adoprasi il plurale: hanno fatto un decreto che tutti seggano in Tribunale e montino la guardia. - Vedi là! come mandano lesti le ruote!

871. Nel vivo parlar toscano odesi anche dice per si dice; p. es. Dice che al Teatro si prepara un bello spettacolo:

872. dal pronome uno accompagnato colla terza singolare di tutti i tempi; p. es. quando uno ha voglia e capacità, trova sempre di che vivere, invece di quando si ha ecc. si trova ecc. (Vedi addietro, cap. X, § 3, in fine)

873. dal nome generico l'uomo. Confessando i proprii mali, quantunque palesi, l'uomo nuoce molte volte ancora alla stima, e quindi all'affetto che gli portano i suoi più cari (potea dirsi si nuoce .... ci portano i nostri più cari). Leopardi. - Vedi anche il primo esempio qui addietro nel § 9.

874. È antiquato l'uso di uom senza articolo (pari al francese on) nel senso di uno, e così pure di ogni uomo per ognuno. Vedi addietro cap. X, § 3, nota.: