482. La forma attiva si serve solo dei tempi semplici degli ausiliarii, premessi al participio passato. Per sapere quali verbi richiedono l'ausiliare avere, quali essere, convien fare le distinzioni seguenti.

Gli ausiliari con i verbi intransitivi
483. I verbi intransitivi della specie A (vedi cap. XIV, § 2) usano come ausiliare essere; p. es. sono nato, erano morti, furono divenuti, è spuntato, è apparso, è invecchiato, sono infermati, sono caduti ecc. - Avresti mille volte desiderato di mai non esser nata. Boccaccio. - Vorrei che la fosse toccata a voi, come è toccata a me. Manzoni.

484. Vivere preferisce, come gli altri, l'ausiliare essere. Sempre lieto e contento sono vivuto e vivo. Passavanti. - Quel tempo che tra voi sono vissuto, sono vissuto certo beato. Giambullari. - Nondimeno può prendere anche avere, specialmente se si voglia porre in rilievo la materiale estensione della vita. Più d'Ecuba e più della Cumea, Ed avea più d'ogni altra mai vivuto. Ariosto. Deve poi prendere avere, se regge il falso oggetto vita, p. es. tu hai vissuto una vita felice. II verbo appartenere può costruirsi tanto con essere, quanto con avere.

485. Gl'intransitivi della specie B (quelli cioè che indicano un'azione istintiva o volontaria del soggetto) prendono l'ausiliare avere: p. es. ho dormito, avea vegliato, ho parlato, ebbi pensato, ebbero pranzato, ho abitato, ho dimorato ecc. ecc. Molto avevan le donne riso del cattivello di Calandrino. Boccaccio. - Ha ragghiato oggi l'asino della porta. D. Compagni.

486. Vanno sotto questa categoria anche i verbi che denotano un errore, come errare, sbagliare, ecc. Per es. ho errato. Così pure sognare (ho sognato) e sonnacchiare. Aggiungi naufragare (ho naufragato) che propriamente vuol dire rompere la nave.

487. Quanto ai verbi indicanti il moto dell'animale, contenuti anch'essi in questa categoria, bisogna fare una distinzione. Quando nel verbo si considera non l'azione in sè stessa, ma lo scopo di essa, in quanto cioè essa ha ragione di semplice mezzo che serve al fine di trovarsi in un luogo, allora si adopera l'ausiliare essere. Perciò si dice sempre sono andato, sono venuto, sono partito, sono entrato, sono uscito, perchè questi verbi non pongono in alcun rilievo l'atto materiale di chi va, viene eco.