Da cattivo corvo, cattivo uovo

Questo modo di dire, di uso raro, per la verità, è di significato intuitivo. Di origine proverbiale, l’espressione si adopera — potremmo dire in ambito filosofico — per sostenere due concetti antitetici: che l’indole dell’uomo è dovuta al patrimonio genetico ereditato, o che, al contrario, la persona, o meglio la natura della persona è il frutto dell’ambiente e dell’educazione.

A sostegno della prima tesi, quella dell’ereditarietà, si riporta il fatto che il corvo non è commestibile, né lo sarebbero le sue uova, e questo sarebbe il significato originario del detto.

Il modo di dire, tuttavia, si riallaccia anche a un aneddoto sul maestro di retorica Corace, il quale citò in giudizio un suo allievo, tale Tisia, perché non gli aveva pagato quanto stabilito per le lezioni. Per difendersi l’accusato ricorse a un sofisma e disse a Corace: «Se avrai ragione tu, significa che non mi hai insegnato nulla e pertanto non meriti nessun emolumento; se vincerò io, a maggior ragione non ti dovrò alcun compenso».

Di fronte a questo ragionamento i giudici dedussero che da un cattivo maestro non può che venire un cattivo allievo e sembra che avessero adoperato la locuzione sopra citata in quanto il nome proprio Corace è identico a quello del sostantivo greco per il nome comune corvo.

03-10-2016 — Autore: Fausto Raso