Come è nata la toletta

Se apriamo un qualunque vocabolario alla voce toelettaleggiamo tre accezioni che riportiamo: 1) nell’arredamento della camera da letto, mobile, tavolinetto fornito di specchio, dove le donne tengono tutto quanto è a loro necessario per pettinarsi e imbellettarsi; 2) la serie delle operazioni che la donna compie nel vestirsi, pettinarsi e truccarsi; 3) in un locale pubblico, stanza dove sono i servizi igienici, gabinetto.
Toletta, lo sappiamo tutti, è la forma italianizzata del francese toilette che, oltrepassate le Alpi — nel Settecento — è giunta a noi ed è stata accolta trionfalmente tanto che — come abbiamo visto — ha acquisito significati che apparentemente sembrano opposti. Come è avvenuto tutto ciò? Il... tutto si spiega ripercorrendo la storia della fortunata parola.
Quando questo termine fu coniato, verso la fine del Cinquecento, era soltanto il diminutivo di toile (tela) e voleva dire, per tanto, piccola tela, toletta, vocabolo con cui si volle indicare dapprima il drappo sottile ed elegante, molto spesso ornato e ricamato che si soleva stendere su un piccolo tavolo collocato nella camera da letto, davanti al quale la dama si sedeva per abbigliarsi.
Come si sa, con il tempo, da una parola nascono molti altri significati estensivi; nel caso che stiamo esaminando il termine francese toilette(toletta) passò ben presto a indicare lo stesso piccolo tavolo su cui la toletta si stendeva; poi lo stanzino ove spesso era collocato (oltre che nella camera da letto); più tardi l’operazione stessa dell’acconciarsi, del vestirsi, e, addirittura, lo stesso vestito. Il termine ebbe molta fortuna tanto che penetrò in tutte le lingue europee.
A questo punto nasce spontanea la domanda: come mai la tolettaè passata a indicare anche il luogo o, meglio, lo stanzino in cui ci sono i servizi igienici? Perché — la risposta è più semplice di quanto si possa immaginare — molto spesso la toletta (tutto l’occorrente per abbigliarsi) era posta in una stanza provvista di lavandino e altri... servizi; di conseguenza il termine ha assunto, sempre per estensione, l’accezione a tutti nota: gabinetto.
E a proposito di gabinetto, il vocabolo italianissimo dovrebbe essere, anzi è, quella parolina bollata di volgarità: cesso. Se ci rifacciamo, però, alla sua etimologia, possiamo notare che è un termine molto delicato nel suo significato: ritirata. Cesso, infatti, non è altro che il participio passato del verbo latino cedere (ritirarsi) e allude a un’operazione riservata, appartata, che si fa in... ritiro.
Coloro che per motivi di lavoro viaggiano spesso in treno si saranno imbattuti, qualche volta, in una piccola stazione di provincia e avranno avuto occasione, quindi, di leggere sulla porta dei gabinetti la buffa parola ritirata.

07-10-2016 — Autore: Fausto Raso