Due complementi distinti (rapporto e relazione)

Abbiamo notato — con stupore — che la grammatica di Maurizio Dardano e Pietro Trifone assimila il complemento di relazione a quello di rapporto. Citiamo testualmente: « Rapporto o relazione (tra chi?, tra quali cose?): indica un rapporto, una relazione: c’è stato un battibecco tra loro; tra l’uno e l’altro c’è poca differenza; sono in buoni rapporti con il direttore. È retto dalle preposizioni “tra (fra)”, “con” ». Saremo lieti di essere smentiti, ma a nostro modo di vedere sono due complementi distinti.

Il complemento di relazione, chiamato anche accusativo alla greca (tipico del costrutto sintattico del greco antico) non è introdotto da alcuna preposizione e indica in relazione e limitatamente a che cosa venga espressa l’idea contenuta in un verbo al participio passato come, per esempio, colpito, ferito,incoronato, cinto, vestito ecc. o in un aggettivo come, sempre a mo’ d’esempio, nudo, biondo, pallido e via dicendo.

Vediamo qualche esempio d’Autore: « Ebe, ilare il volto e l’abito succinta , le corse incontro» (V. Monti); « Sparsa le trecce morbide sull’affannoso petto» (Manzoni).

Il complemento di rapporto, introdotto dalla preposizione con (a volte anche fra o tra ) indica, come dice lo stesso termine, la persona, l’animale o la cosa con cui si stabilisce un... rapporto, un legame. Qualche esempio: « Alcuni genitori hanno dei gravi contrasti con i figli » ; « Con quell’individuo non voglio averci che fare» ; « Fra compari, di solito, c’è molta intesa».

12-04-2017 — Autore: Fausto Raso