«Scranno»? No, scanno

Speriamo di non attirarci gli strali di qualche linguista così detto d’assalto o progressista se scriviamo che, anche se in uso, la grafia scranno è errata. Il seggio su cui siedono deputati, senatori, giudici, consiglieri comunali e regionali, cardinali in conclave ecc. si chiama scanno (senza l’inserimento della rdopo la c).

Il vocabolo proviene dal latino scamnum (sgabello). Probabilmente il termine errato, ed entrato nell’uso, è nato per corruzione della voce scranna che deriva dal longobardo skranna (panca).

Di qui è nata la locuzione sedere a scranna, vale a dire erigersi a giudice per sentenziare.

27-04-2017 — Autore: Fausto Raso