Due vocaboli burocratici

Due vocaboli che in uno scritto sorvegliato sono da evitare, se impiegati impropriamente: ordinativo e ordine.
Il primo, in buona lingua italiana, è solo aggettivo: numeri ordinativi; principi ordinativi e simili. È invalso l’uso — a nostro modo di vedere errato — di adoperarlo in funzione di sostantivo nel significato di commissione, mandato, ordinazione e simili: ordinativo di merci; ordinativo di pagamento.
Chi ama il bel parlare e il bello scrivere dirà, correttamente: mandato di pagamento, commissione di merci e simili. Lascerà l’uso “errato” al gergo burocratico, anche se i vocabolari non sono dalla nostra parte.
Quanto al secondo vocabolo (ordine) non è adoperato correttamente — sempre a nostro avviso — nella locuzione in ordine a: ‘in ordine alla sua proposta, le comunico che…’. Diremo: in relazione a; quanto a; rispetto a e simili: ‘quanto alla sua (in relazione alla; rispetto alla) proposta, le comunico che…’.
Pedanteria? Giudicate voi, amici amatori della buona lingua.

07-07-2017 — Autore: Fausto Raso