Intravedere, non intravvedere

Gentile amico lettore di Prato, il verbo intravedere non richiede il raddoppiamento sintattico in quanto è composto con il prefisso intra- e il verbo vedere. Il predetto prefisso, al contrario di infra-, non dà luogo alla cogeminazione (raddoppiamento della consonante).
Quanto agli esempi di cogeminazione che lei riporta, sono tutte parole che non hanno nulla che vedere con il prefisso intra- in quanto quest’ultimo è etimologicamente assente. Vediamole una a una.
Intrattenere: è composto con il prefisso in- e il verbo trattenere; intrappolare: prefisso in- e trappola, per formare, appunto, intrappolare; intraporre: questa è la grafia corretta (quella con due p è tollerata da alcuni vocabolari come lo è intravvedere) perché è un rifacimento di interporre con cambio di prefisso; intrattabile: prefisso in- e trattabile.
Per quanto attiene a intrallazzo è un neologismo tratto dalla voce dialettale siciliana ntirlazzu o ntrallazzu, anche se si può far risalire al latino inter (tra) e laqueus (laccio) e in questo caso il raddoppio della l si spiegherebbe con il fatto che la pronuncia (di conseguenza la grafia) meridionale tende al raddoppiamento delle consonanti, al contrario di quella settentrionale, veneta in particolare.

13-12-2009 — Autore: Fausto Raso