Tranne

Questa preposizione e congiunzione significa eccetto, salvo, a eccezione di, fuorché e simili. Si presti molta attenzione, però, al suo uso corretto. Scrive il linguista Luciano Satta: Si ricordi che questo tranne è un imperativo seguito dalla particella ne: trai ne; uguale a togline, escludine, dunque.
Allora sarà bene comportarsi secondo il criterio che segue. Sostituite mentalmente tranne con togline e guardate se il discorso torna. È detto bene «Tutti vennero togline che lui'»? No, meglio togline lui. E allora diremo più sveltamente tranne lui.
Però il che va bene se regge un'intera frase, ossia se è subordinante: «Restiamo a casa, tranne che tu non voglia andare al concerto». Dal nostro ragionamento si deduce che, salvo casi di convenienza logica o altre condizioni particolari, tranne non ha bisogno d'essere seguito dalla preposizione uguale a quella che lo precedeva: «Ho paura di tutti tranne lui» va bene, non c'è bisogno di scrivere tranne di lui.
Un altro aspetto di tranne è da vedere. Si legge spesso tranne poche eccezioni. Ora: primo, le eccezioni, se sono tali, sono poche; secondo, se uno trae, toglie, esclude, lo fa nei riguardi di un'eccezione. Quindi l'espressione è a metà fra la ridondanza e la contraddizione; sembra insomma che l'eccezione, una volta ammessa, non ci sia più. Il rimedio è semplice: tranne pochi casi; oppure, con qualche eccezione.

30-07-2010 — Autore: Fausto Raso