Superlativi speciali

Due parole due sul suffisso -issimo che serve per la formazione del superlativo assoluto. Quasi tutti gli aggettivi di grado positivo possono diventare superlativi con un'operazione semplicissima: si tolgono le desinenze -o e -a (se gli aggettivi appartengono alla I classe) ed -e (se invece appartengono alla II) e si appiccica il suffisso -issimo alla radice: bello, bell, bell/issimo/; facile, facil, facil/issimo/.
Le cose si complicano un po' quando gli aggettivi terminano in -io. Occorre vedere se la i è tonica (cioè se nella pronuncia vi cade l'accento), in questo caso si manterranno le due i (una del tema o radice l'altra del suffisso): restìo, restiissimo; se la i della radice, invece, è atona si fonderà con quella del suffisso: vecchio, vecchissimo.
Un discorso a parte per quanto riguarda gli aggettivi in -eo e in -uo. Alcuni di questi, per esempio argenteo e ferreo, costituiscono il complemento di materia e di conseguenza non possono, per il loro stesso significato, diventare di grado superlativo (ma anche comparativo).
Altri, infine, avrebbero il normale finale in -eissimo e -uissimo che, però, è da evitare per una questione di suono; avremmo, infatti, innocuissimo, ateissimo, idoneissimo ecc., parole decisamente cacofoniche. In questi casi, quindi, si può ricorrere all'ausilio del preziosissimo avverbio: molto proficuo, del tutto ateo, assai innocuo e via discorrendo.

05-10-2010 — Autore: Fausto Raso