L'interditore

Se, per ipotesi, tra le varie leggi e leggine se ne varasse una che interdicesse le persone con scarsissima padronanza delle lingua (italiana) dallo scrivere – vogliamo peccare di presunzione – moltissime penne della carta stampata (e no) dovrebbero cambiare mestiere. Sì, proprio così.
Siamo rimasti interdetti nel leggere su un grande quotidiano che fa opinione la parola interditore in luogo di quella corretta interdittore (con due t).
Diciamo subito – a scusante dell’autore (una grande firma) del termine incriminato – che buona parte dei vocabolari non registrano il vocabolo in oggetto. Ciò non significa, però, che chi scrive per il pubblico, diffondendo, quindi, la cultura, sia esentato dal conoscere la corretta grafia delle parole che adopera.
Interdittore, cioè proibitore, viene dal latino interdictor e divenuto in lingua volgare, l’italiano, interdittore, appunto, per la legge linguistica dell’assimilazione: la c è stata assimilata dalla consonante t.
L’assimilazione – forse è bene ricordarlo – è un processo linguistico per cui dall’incontro di due consonanti la prima diventa uguale alla seconda, cioè si assimila.

03-11-2010 — Autore: Fausto Raso