La mecenata

Molti grandi scrittori (a proposito: chi stabilisce la grandezza?) sono soliti fare il femminile di mecenate: mecenatessa o mecenata. La cosa ci sconcerta: come è possibile che costoro non sappiano che mecenate, da nome maschile proprio, è diventato nome comune atto a indicare il protettore degli artisti? E in quanto sostantivo non può essere “aggettivato”?
Chi non sa, infatti, che Mecenate era un importante consigliere di Augusto e influente protettore di letterati e artisti? Il nome quindi, come dicevamo, da proprio è divenuto comune ed è passato a indicare, per antonomasia, ogni munifico protettore e benefattore di poeti e artisti, ma maschile era e maschile deve rimanere
In compenso, però, si può pluralizzare: mecenati. È lo stesso caso, insomma, di sosia e soprano: riferiti a una donna devono restare nella forma maschile. Il primo perché, come mecenate, era il nome proprio di uno schiavo; il secondo perché nacque solo per essere riferito a un uomo.
Alcuni così detti grandi scrittori trasgrediscono la legge e dicono la soprano; voi, se volete scrivere e parlare bene, fate vostre le parole dantesche: «Non ti curar di loro, ma guarda e passa».

01-06-2012 — Autore: Fausto Raso