Il ventre non ha orecchi

Questo modo di dire, poco conosciuto, forse, e di origine proverbiale, vuole ricordare che le persone povere o, meglio, la povertà rappresentata dal ventre vuoto non è in condizione di ascoltare altro se non il proprio bisogno.
L’espressione allude a una favola di La Fontaine in cui si narra di un bellissimo usignolo catturato, un giorno, da un nibbio furibondo per la fame.
L’uccellino tentò, con tutti i mezzi, di convincere il rapace a lasciarlo libero, a farlo vivere e gli fece ascoltare la bellezza del suo canto. Ma tutto si rivelò inutile.
Il nibbio era decisissimo a non mollare la preda perché, gli rispose, «mi dispiace per te, ma il mio ventre non ha orecchi».
Il proverbio, però, già esisteva in epoca latina da dove, probabilmente, La Fontaine ha attinto per la sua favola.
Racconta, infatti, Plutarco che Catone cominciò la sua arringa contro il lusso e le spese eccessive dicendo: «È difficile parlare al ventre, privo di orecchi».

E a proposito di favola, forse è bene ricordare che il termine non è un sinonimo assoluto di fiaba. Tra i due sostantivi c’è una piccola sfumatura semantica.
Dizionari Repubblica.it - favola
Dizionari Repubblica.it - fiaba
Etimo.it - favola
Etimo.it - fiaba

15-04-2014 — Autore: Fausto Raso