Alcuni errori di uso comune

Riteniamo di fare cosa utile (e gradita) riportare — così come ci vengono alla mente, senza un nesso logico — alcuni errori di uso comune affinché coloro che ci onorano della loro attenzione e che amano il bel parlare e il bello scrivere ne prendano coscienza e li evitino (anche se molti errori hanno il beneplacito delle così dette grandi firme del giornalismo). Vediamo.
Fra, troncamento di frate (fra-te), si scrive senza accento e senza apostrofo: fra Giovanni; fra Cristoforo; fra Galdino. Alcuni vocabolari permissivi ammettono l’apostrofo: snobbateli.
Complementarità, senza la e (non complementarietà, quindi), perché deriva da complementare; varietà, con la e, perché viene da vario. Deducete voi, amici, la regola empirica.
Il comparativo di male è peggiore; è errato, per tanto, dire più male. Quest’ultima forma (più male) esiste ma si adopera solo quando male è in funzione di sostantivo: ha fatto più male lui all’azienda che non cento impiegati.
Intra-, prefisso di parole composte, non vuole il raddoppio della consonante che segue (al contrario di infra-): intravedere (errato intravvedere, anche se alcuni vocabolari...).
E finiamo con terraqueo che non è grafia errata, come molti sostengono, anzi è da preferire a quella ritenuta più corretta, terracqueo, perché riflette la provenienza latina.

08-11-2014 — Autore: Fausto Raso