Drastico: uso e abuso

Probabilmente qualche lettore amante del bel parlare e del bello scrivere non concorderà su quanto stiamo per scrivere, ma ci facciamo forti della democrazia anche in campo linguistico. Molto spesso si fa un uso abusivo dell’aggettivo drastico, sarebbe necessario, quindi, che tutti conoscessero il suo... impiego originario. Vediamo, intanto, la sua origine.
Viene dal greco δραστικός
(drastikòs), tratto da δρᾶν (dran, agire). Drastico significa, per tanto, che agisce con efficacia. Per il suo significato fu adoperato, in origine, in campo medico: è un drastico medicinale, per evidenziare, appunto, la sollecita efficacia.
In seguito se ne fece un uso metaforico non condiviso da Alfredo Panzini il quale sosteneva, per l’appunto, che i drastici provvedimenti presi gli sembravano un po’ troppo metaforici. Se drastico significa, infatti, che agisce con efficacia non si può dire che i provvedimenti sono drastici fino a quando non se ne vedono gli effetti. Ma questo ragionamento, forse, è un po’ troppo cavilloso perché significa voler cercare, a tutti i costi, il classico pelo nell’uovo.
L’abuso (potremmo dire errore?) nasce quando all’aggettivo drastico si vuol dare il significato di notevole: c’è stato un drastico (notevole) aumento delle bollette telefoniche. Oppure quando si adopera il suddetto aggettivo come sinonimo di severo.
Basterebbe — prima di scrivere o di parlare — riflettere un attimo (non attimino, per carità!) sul significato delle parole da usare (ricorrendo, eventualmente, all’ausilio di un buon vocabolario, uno di quelli con la V maiuscola) per non incappare in inesattezze o in errori che alcune volte rasentano il ridicolo: la situazione meteorologica è drastica; ancora mal tempo dalle Alpi alla Sicilia.
Abbiamo esagerato anche questa volta? I vocabolari, purtroppo, non sono tutti dalla nostra parte.

08-08-2015 — Autore: Fausto Raso