Senonché e sennonché

Un cortese lettore di Latina si domanda (e ci domanda) quale grafia sia da preferire tra senonché e sennonché, visto che molto spesso sulla stampa trova entrambe le grafie.

Non si tratta di preferenza, gentile amico, ma di correttezza e la grafia corretta è solo quella con due n (sennonché), perché una legge grammaticale stabilisce che le consonanti che seguono la congiunzione se debbono essere raddoppiate. C’è però, un... però.
Anticamente si usava distinguere le funzioni del sennonché. Se aveva il significato di fuorché, tranne che e introduceva, quindi, una proposizione eccettuativa, si scriveva con una sola n: non dico altro senonché occorre fare ogni sforzo per aiutarlo; se, invece, aveva il significato di ma e introduceva una proposizione coordinata si scriveva con due n: sarei dovuto partire ieri, sennonché un impegno improvviso me lo ha impedito.
Oggi tutti i sacri testi (tranne sparute eccezioni) sono concordi nel consigliare la sola grafia sennonché per rispettare la legge grammaticale.

10-03-2016 — Autore: Fausto Raso