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Alfredo Oriani
(✶1582 †1909)
Alfredo Oriani (Faenza, 22 agosto 1852 – Casola Valsenio, 18 ottobre 1909) è stato uno scrittore, storico e poeta italiano.
Per quanto discendesse da una famiglia privilegiata della piccola aristocrazia, ebbe un'infanzia difficile, priva di quegli affetti che rendono serena e felice la vita di un bimbo. Il ragazzo crebbe scontroso e solitario, e più tardi rivelò queste sue caratteristiche anche nelle proprie opere.
Si recò a Roma per frequentare la facoltà di Legge. Da Roma passò a Bologna, a far pratica presso lo studio di un legale. Intanto la sua famiglia si era trasferita da Faenza a Casola, nella Valle del Senio, dove possedeva una casa, «Villa del Cardello». In questa dimora Oriani trascorse interamente la propria esistenza, un'esistenza amareggiata da continue delusioni per l'invincibile silenzio che la critica manteneva intorno alle sue pubblicazioni, spesso considerate oscene. Morì, in grande solitudine, il 18 ottobre 1909. Ebbe per confessore don Lorenzo Costa, anch'egli scrittore, che ci lasciò una testimonianza scritta a ricordo di Oriani.
L'opera
Le sue opere spaziano dal romanzo ai trattati di politica e di storia, dai testi teatrali agli articoli giornalistici, sino alla poesia.La sua fama di scrittore fu a lungo legata soprattutto alle opere di pubblicistica storica e politica: Fino a Dogali (1889), in cui analizzò le cause della crisi religiosa ed economica della nuova Italia; La lotta politica in Italia (1892) che narra le vicende storiche italiane dal Medioevo al Risorgimento; La rivolta ideale (1908), nella quale lo scrittore espone il proprio credo politico, affermando la necessità di uno Stato forte che regoli con ampi poteri la vita sociale.
Molto importanti sono però anche le opere letterarie, fra cui si annoverano autentici capolavori del calibro di Gelosia (1894) e Vortice (1899). Uno dei suoi ultimi lavori fu Bicicletta (1902), una raccolta di novelle in cui egli abbandonò lo stile enfatico e veemente dei suoi primi racconti per una scrittura più scorrevole e spontanea.
L'eredità culturale
Fino alla prima guerra mondiale l'opera di Oriani fu scarsamente apprezzata. L'unica considerazione degna di nota provenne da Benedetto Croce che, in un saggio del 1908, gli riconobbe il merito di aver criticato il positivismo allora imperante nella cultura italiana e di aver fatto riferimento ad Hegel e allo storicismo. Una certa attenzione gli venne inoltre dimostrata da Renato Serra, che gli dedicò due scritti, in quanto elemento eccentrico all'interno della contemporanea scena culturale romagnola.Dopo la fine della Grande Guerra il fascismo si appropriò del pensiero di Oriani e tese a valorizzarlo e a diffonderlo con la pubblicazione delle opere complete, edite in 30 volumi da Cappelli. Quest'opera venne curata da Benito Mussolini: il fascismo infatti, a partire dalla «Marcia al Cardello», riconobbe nella sua figura un precursore dei propri valori (anche se tale riconoscimento è ancor oggi ampiamente discusso nel dibattito storiografico). Nel 1924 il Cardello fu dichiarato monumento nazionale; nel 1927 venne istituito l'«Ente Casa di Oriani», allo scopo di perpetuare la memoria dello scrittore.
Apprezzamento per il pensiero di Oriani venne anche dal Gramsci dei Quaderni, che, nelle sue riflessioni sulla mancanza in Italia di una letteratura nazional-popolare, vedeva in Oriani uno dei pochi intellettuali italiani consapevoli che la sua assenza aveva avuto conseguenze importanti sull'egemonia delle classi dirigenti post-unitarie.
Lo scrittore venne poi sostanzialmente ostracizzato nel secondo dopoguerra, per via dell'appropriazione della sua opera da parte del fascismo. Solo negli anni settanta, grazie al lavoro di studiosi come Giovanni Spadolini ed Eugenio Ragni, si è assistito ad una ripresa di interesse per la sua produzione, sia come saggista che come letterato.
Nel 1975 il parco che circonda il Cardello è stato dichiarato Zona di notevole interesse pubblico dal Ministero per i Beni cultuali. Nel 1978 gli eredi dello scrittore hanno ceduto la villa-museo all'Ente Casa di Oriani.
Negli anni successivi l'Ente è diventato Fondazione. La «Fondazione Casa di Oriani» ha continuato l'opera di diffusione del pensiero di Oriani.
Opere
Memorie inutili (1876)Al di là (1877)
Gramigne (1879)
No (1881)
Quartetto (1883)
Matrimonio (1886)
Fino a Dogali (1889)
La lotta politica in Italia (1892)
Il nemico (1894)
Gelosia (1894)
La disfatta (1896)
Vortice (1899)
Olocausto (1902)
Bicicletta (1902)
La rivolta ideale (1908)
Bibliografia
B. Croce, Alfredo Oriani, «La Critica», VII, 1909R. Serra, Romanzi di Oriani. Iuvenilia, «Rassegna contemporanea», VI, 10 agosto 1913
L. Ambrosini - R. Serra, Abbozzo di un saggio su Alfredo Oriani, in Scritti, a cura di G. De Robertis e A. Grilli, Firenze, Le Monnier, 1938, pp.289–392
L. Donati, La tragedia di Oriani, Ferrara, Taddei, 1919
V. Cian, I precursori del fascismo, in La civiltà fascista illustrata nella dottrina e nelle opere, Torino, UTET, 1928, pp.119–41
V. Titone, Retorica e antiretorica nell'opera di Alfredo Oriani, Milano, Società Editrice Dante Alighieri, 1935
G.B. Bianchi, Alfredo Oriani. La vita, Messina-Milano, Principato, 1938
E. Cecchi, Ritratti e profili, Milano, Garzanti, 1957, pp.177–85
Oriani, a cura di G. Spadolini, Faenza, Lega, 1960
W. Maturi, Interpretazioni del Risorgimento. Lezioni di storia della storiografia, Torino, Einaudi, 1962, pp.377–99
A. Asor Rosa, Scrittori e popolo, Torino, Einaudi, 1964
G. Debenedetti, Il romanzo del Novecento. Quaderni inediti, presentazione di E. Montale, Milano, Garzanti, 1971
R. Tordi, Alfredo Oriani tra naturalismo e antinaturalismo, «Rassegna della letteratura italiana», LXXVIII, 1974, pp.420–36
A. Gramsci, Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, Torino, Einaudi, 1975, pp.512–13, 1040, 1152 e segg, 1974 e segg.
F. Portinari, Il piacere dello scandalo (I modi borghesi dell'antiborghesia), in Le parabole del reale. Romanzi italiani dell'Ottocento, Torino, Einaudi, 1976, pp.143–61
E. Ragni, Introduzione a I racconti, Roma, Salerno, 1977, I, pp.IX-XLV
R. Morabito, Vortice: una fine priva di senso, in Antiromanzi dell'Ottocento: Foscolo-Sterne, Tommaseo, Verga, Oriani, D'Annunzio, Roma, Bulzoni, 1977, pp.87–106
R. Tordi, Irregolari e isolati del secondo Ottocento. La normalità alternativa di Zena, Rovani, Nieri, Oriani e Imbriani, Bologna, Calderini, 1978
N. Perrone, Croce e Oriani, in Rivista di storia contemporanea, 1984
Alfredo Oriani e la cultura del suo tempo, a cura di E. Dirani, Ravenna, Longo, 1985 (contiene interventi di G. Spadolini - G. Tarello - G. Rebuffa - F. Traniello - L. Mangoni - M. Ciliberto - G. Landucci - A. Macchioro - S. Soldani - P. Pombeni - P.G. Permoli - B. Baldini - N. Perrone - A. Vittoria - E. Dirani)
G. Manganelli, Laboriose inezie, Milano, Garzanti, 1986
M. Baioni, Il fascismo e Alfredo Oriani. Il mito del precursore, Ravenna, Longo, 1988
«I Quaderni del Cardello» n. 1, Numero monografico dedicato all'Ente Casa di Oriani, alla Biblioteca di storia contemporanea, ad Alfredo Oriani, 1990 (testi di E. Dirani)
N. Bobbio, Profilo ideologico del '900, Milano, Garzanti, 1990, pp.72–75
V. Licata, Lo specchio e il precipizio. Studi sulla narrativa di Alfredo Oriani, Caltanissetta-Roma, Sciascia, 1994
S. Zavoli, I giorni della meraviglia: Campana, Oriani, Panzini, Serra e «I giullari della poesia», Venezia, Marsilio, 1994, pp.41–61
V. Pesante, Il problema Oriani. Il pensiero storico-politico. Le interpretazioni storiografiche, Milano, Angeli, 1996
M. Debenedetti, Alfredo Oriani. Romanzi e teatro, presentazione di D. Bolognesi, introduzione di M. Biondi, Cesena, Il ponte vecchio, 2008
E. Ragni, Un vortice borghese, in A. Oriani, Vortice, a cura di E. Ragni, Atripalda, Mephite, 2008, pp.7–41
A. Carrannante, Alfredo Oriani a cento anni dalla morte, «Giornale di storia contemporanea», 2009, n. 1, pp.210–19
Atti del Convegno L'eredità di Alfredo Oriani. Nel centenario della morte (1909-2009), Faenza, 23 ottobre 2009, a cura di D. Bolognesi, «Quaderni del Cardello», 19, 2011
U. Perolino, Oriani e la narrazione della nuova Italia, Massa, Transeuropa, 2011
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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