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Edoardo Sanguineti
(✶1930 †2010)
1968-1974: cambiamenti
Nel 1968 si scioglie il Gruppo 63 (e nel '69 termineranno anche le pubblicazioni della rivista "Quindici"). Nello stesso anno Sanguineti si candida alle elezioni per la Camera nelle liste del PCI ma deve trasferirsi a Salerno con la famiglia come incaricato all'università.
A Salerno Sanguineti terrà due corsi, quello di Letteratura italiana generale e quello di Letteratura italiana contemporanea e nel 1970 diventerà professore straordinario.
Nel 1971 il poeta vive per sei mesi a Berlino con la famiglia, nel 1972 muore il padre, nel 1973 nasce la figlia Giulia e diventa, sempre a Salerno, professore ordinario.
Nello stesso anno inizia la collaborazione a "Paese Sera".
Nel 1974 ottiene una cattedra di Letteratura italiana presso l'Università di Genova, per stare accanto ai compagni proletari si trasferisce al CIGE del Begato con la famiglia e nel 1975 inizia a collaborare con il "Giorno".
1976-1980: gli anni dell'impegno politico
Nel 1976 Sanguineti inizia a collaborare con l'Unità, e nel 1980 con Il Lavoro di Genova. Sono questi anni di grande impegno politico: viene infatti eletto consigliere comunale a Genova (1976 - 1981) e deputato della Camera (1979 - 1983), come indipendente nelle liste del PCI.
1981-2005: i viaggi, gli onori
Dal 1981 al 1983 dirige la prestigiosa rivista Cervo Volante assieme ad Achille Bonito Oliva. In redazioni ha giovanissimi poeti di talento come Valerio Magrelli,
Nel 1990 fonda, con Nadia Cavalera, la rivista internazionale "Bollettario. Quadrimestrale di scrittura e critica". La dirigerà per vent'anni, fino alla sua morte (nel 2010).In redazione Filippo Bettini, Francesco Muzzioli, Marcello Frixione, e Tommaso Ottonieri. Collaboratori i maggiori autori del tempo.
Numerosi sono i viaggi fatti in questo periodo sia in Europa che fuori dell'Europa (Unione Sovietica, Georgia e Uzbekistan, Tunisia, Cina, Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia, Argentina, Perù, Giappone, India).
Nel 1996 viene nominato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di gran merito della Repubblica Italiana.
Sanguineti, che ha lasciato nel 2000 l'Università e ha ricevuto numerosi premi letterari tra i quali la Corona d'oro di Struga, il Premio Capri dell'Enigma (1998), è membro e fondatore della "Accadémie Européenne de poésie" (Lussemburgo) e membro consulente del "Poetry International" (Rotterdam). Precedentemente Faraone poetico dell'Istituto Patafisico di Milano, dal 2001 è Satrapo Trascendentale, Gran Maestro O.G.G. (Parigi) e presidente dell'OpLePo.
2006-2010: Gli ultimi anni
Nel 2006, nel corso di un suo intervento al Festival dei Saperi di Pavia ebbe a dire che "quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e assetati di Coca-Cola hanno fatto più rumore di migliaia di operai massacrati in Cile" e che "non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dei militari durante i 17 anni durante i quali Pinochet rimase al potere, ma la Commissione Rettig elencò 2.095 morti e 1.102 "scomparsi"[senzafonte].
Sanguineti - a cui il 5 giugno 2006 è stato assegnato il Premio Librex Montale - è diventato presidente onorario dell'associazione politica Unione a Sinistra ed è stato candidato alle primarie dell'Unione per l'elezione del sindaco di Genova, tenutesi il 4 febbraio 2007, sostenuto da: Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista e Unione a Sinistra, ottenne il 14% dei voti. Le primarie sono state vinte da Marta Vincenzi, candidata de L'Ulivo (60%). Secondo è arrivato Stefano Zara.
Il 18 maggio 2010 è stato ricoverato d'urgenza a causa di un aneurisma che provocava da diversi giorni fitte all'addome. Alle 13:30 Sanguineti muore, all'età di 79 anni, ancora in sala operatoria. La procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti.
Il 22 maggio è stato sepolto nel pantheon del cimitero monumentale di Staglieno, accanto alla tomba in cui riposa il capo-partigiano Aldo Gastaldi "Bisagno". Edoardo Sanguineti era ateo: cfr. intervista a IGN - Adnkronos del 14/04/2003.
Il poeta
Laborintus: sperimentalismo e disgregazione del linguaggio
La prima pubblicazione di Laborintus, nel 1956, nella collezione "Oggetto e simbolo" diretta da Luciano Anceschi per la casa editrice Magenta, passa quasi inosservata. Le sue poesie, ritenute così difficili da interpretare, sarebbero divenute, solo un decennio dopo, norma per le sperimentazioni linguistiche-poetiche degli anni sessanta. Il titolo, nato dall'utilizzo di uno schema labirintico, deriva secondo Risso anche dalla "complessità della realtà atomica di quegli anni, i cui esiti potevano davvero essere benjaminianamente catastrofici"
Pasolini in un articolo su "Il Punto" definisce la raccolta Laborintus "un tipico prodotto del neo-realismo post-ermetico" al quale Sanguineti replica sul n. 11 di "Officina" nel novembre del 1957 con un articolo intitolato Una polemica in prosa ironizzando su le giuste distanze che Pasolini metteva tra il proprio "sperimentalismo" e quello "non puro sperimentalismo sanguinetiano".
La questione verrà ripresa da Luciano Anceschi sulla rivista Il Verri nel 1960 con questa affermazione:"Accade in questi anni - e vogliamo mettere come data di inizio del movimento il 1956? - nel nostro paese qualche cosa di naturale, di prevedibile, di necessario: nasce probabilmente una nuova generazione letteraria"'.
Laborintus è infatti un testo di riferimento centrale per lo sperimentalismo degli anni sessanta soprattutto se confrontato con la poesia del suo tempo. Esso infatti si presenta come qualcosa di nuovo che apre soluzioni linguistiche e formali sconosciute a quella poesia che, nella seconda metà degli anni cinquanta, dopo lo spegnersi del neorealismo si stava orientando verso l'antinovecentismo introdotto all'interno della rivista "Officina".
Sanguineti, nel programma della neoavanguardia, è figura centrale per il suo poundismo, per i richiami psicoanalitici dei suoi testi, per il suo plurilinguismo e per quel verso pronto a dilatarsi in "un recitativo drammatico dove la soluzione metrica è rigorosamente atonale e, si potrebbe dire, gestuale", come scriveva Alfredo Giuliani.
La poesia di Laborintus sembra, con la sua accentuata disgregazione dei linguaggi, rifarsi alle esperienze musicali di Luciano Berio o di John Cage e, nell'ambito pittorico, all'informale Jackson Pollock, Jean Fautrier o Mark Rothko.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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