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Gesualdo Bufalino
(✶1920 †1996)
Ma la Comiso narrata da Bufalino è soprattutto quella del tempo che fu, che è rimasta incastonata nel suo cuore e di cui possiamo verificare il commosso ricordo principalmente nel dialogo col “mondo di ieri” di Museo d'ombre. Pur considerando il breve “periodo nucleare” e le ormai tante evoluzioni, il paese bufaliniano è rimasto comunque una cittadina dalle dimensioni ancora umane. Proprio questo motivo ha portato l'autore alla scelta decisiva di restare nella sua "reggia-prigione"; egli non si è mai stancato col pensiero di rivisitarla in ogni aspetto, traendone infinite suggestioni per le sue pagine. Faceva volentieri a meno di viaggiare preferendo i viaggi mentali da attuare attraverso le parole dei suoi autori più amati. Tra i tanti modi di viaggiare “il modo supremo”, per Bufalino,
«[…] è quello di restarsene seduti, fantasticando, nel proprio studio. Caro ad Ariosto che preferiva sfogliare in poltrona l'atlante di Tolomeo piuttosto che affidarsi alle fragili tavole d'un battello; caro a Leopardi (“Ahi ahi, ma conosciuto il mondo – non cresce anzi si scema…”) e al fratello suo Baudelaire (“Ahi, come il mondo è grande al lume delle lampade – Com'è piccolo invece agli occhi del ricordo!”)»
Per Comiso, un paese di sangue dolce, di rumori fantastici, di lune, di serenate, Bufalino si aggirava tranquillo, con confidenza, soprattutto nei luoghi a lui più cari, quelli della sua giovinezza. Negli ultimi anni della sua vita tendeva ad avere un costante apparato di abitudini e riti quotidiani da osservare scrupolosamente; infatti le sue giornate prevedevano, dopo un paio d'ore dedicate alla lettura e alla scrittura, la passeggiata mattutina per le vie del centro storico fino alla biblioteca comunale, dove sostava anche solo per respirare l'odore familiare dei libri e per il piacere di sfogliarli. Da quella comunale passava poi alla “sua” biblioteca nei saloni del vecchio mercato del pesce, sotto i cui portici conversava con gli amici.
Il suo pomeriggio scorreva tranquillo tra letture, disbrigo della posta, musica, prima di prendere il cammino verso la solita Piazza Fonte Diana. Da qui raggiungeva il vicino Circolo di Cultura Casmeneo e Diana, dove trascorreva due ore piacevoli in compagnia degli amici tra partite di bridge, scala quaranta o con gli scacchi e dove osservava con insaziabile curiosità le piccole “scenette teatrali” che i soci del circolo erano naturalmente portati a recitare. A casa sprofondava nuovamente tra libri, videocassette, dischi, tenendo costantemente a portata di mano un foglio su cui appuntare un'idea, una frase o una semplice parola. Pur nella sua “reclusione” cittadina, le innumerevoli finestre aperte su molteplici mondi gli consentivano infatti di scavalcare
«[…] quelli che all'apparenza erano i suoi confini naturali, quella siepe leopardiana che, sembra bloccare lo sguardo, ma che in realtà fa dialogare il pensiero con i problemi eterni: l'amore, la vita, la morte, il senso dell'esistenza.»
Comiso, allora, buco nero, reggia-prigione, bunker, santuario, tana, ventre protettivo, polmone d'acciaio (tutte definizioni che Bufalino diede del suo paese), diventa l'ostacolo necessario per superare il confine dell'orizzonte.
«Ho scritto molto sulla Sicilia, […], se una regola m'era possibile trarre, era di non promuovermi giudice o pedagogo, chirurgo o clinico della mia gente ma di sommessamente capirla.»
Il docufilm su Bufalino
Nel 2010, il musicista, pittore e regista Franco Battiato ha realizzato Auguri don Gesualdo, un docufilm sullo scrittore utilizzando materiale ed interviste inedite. Franco Battiato a tal proposito ha dichiarato: «Vorrei riuscire a far vedere la sua grazia. Riuscire a raccontare l'uomo più che lo scrittore, grandissimo, che tutti già conoscono. Ho realizzato questo docufilm con affetto.» Franco Battiato parlando di Bufalino e del docufilm racconta un aneddoto riguardo al suo rapporto con lo scrittore Vincenzo Consolo di cui disse: «Questo l'ho cancellato anche dalla lista dei miei nemici» Non è chiara la ragione del conflitto tra i due, forse si trattava semplicemente di una forma di invidia per il rapporto privilegiato instauratosi tra Sciascia e Bufalino. Nel 2007 il regista iraniano Nosrat Panahi Nejad realizza il docufilm La scomparsa di Gesualdo Bufalino, amaro miele, la voce fuori campo è di Gesualdo Bufalino che recita alcune sue poesie tratte da Amaro Miele.Opere
Narrativa e poesia
Diceria dell'untore, romanzo, insieme al volumetto Istruzioni per l'uso, Palermo: Sellerio, 1981, 1990; insieme a Istruzioni per l'uso e Museo d'ombre, Milano: Bompiani, 1982; con prefazione, cronologia e bibliografia di Francesca Caputo e con un'intervista di Leonardo Sciascia, Milano: Bompiani, 2001. ISBN 978-88-452-9152-4Museo d'ombre, memorie, Palermo: Sellerio, 1982; insieme a Diceria dell'untore, Milano: Bompiani, 1982.
L'amaro miele, poesie, Torino: Einaudi, 1982, 1989 (nuova ed. accresciuta), 1996
Dicerie coniugali, Palermo: Sellerio, 1982.
Il vecchio e l'albero, racconto, con un'incisione originale di L. Cottini, Milano: Sciardelli, 1983; poi pubblicato ne L'uomo invaso, 1984.
Argo il cieco ovvero i sogni della memoria, romanzo, Palermo: Sellerio, 1984, 1990; ambientato interamente a Modica (RG), durante i suoi anni di insegnamento magistrale. Recentemente il regista Beppe Cino ne ha tratto un film (2006). ISBN 978-88-452-4633-3
Mod. 740, elzeviro, con un'incisione all'acquaforte di F. Rognoni, Milano: Sciardelli, 1984; in Cere perse col titolo Il gabelliere e le muse, 1984.
Cere perse, racconti, Palermo: Sellerio, 1985. Solo l'elzeviro L'inchiostro del diavolo ripubblicato con un'acquaforte di S. Viganone, Milano: Sciardelli, 1991.
La bellezza dell'universo, racconto, con tre disegni e un'incisione di A. Manfredi, Cava dei Tirreni: Avagliano, 1986; ne L'uomo invaso, 1986.
L'uomo invaso e altre invenzioni, racconti, Milano: Bompiani, 1986, 1989.
Il malpensante, lunario dell'anno che fu, Milano: Bompiani, 1987.
La luce e il lutto, Palermo: Sellerio, 1988.
Saline di Sicilia, Palermo: Sellerio, 1988.
Le menzogne della notte, Milano: Bompiani, 1988, 1990; Milano: CdE, 1988; edizione scolastica a cura di Nunzio Zago, Milano: Bompiani, 1991; con introduzione e note di Nunzio Zago, cronologia e bibliografia di Francesca Caputo, 2001. Vincitore del Premio Strega. ISBN 978-88-452-9150-0
Il matrimonio illustrato (con la moglie Giovanna), Milano: Bompiani, 1989; Milano: CdE, 1990.
La panchina, racconto pubblicato nel volume Trittico insieme a Catarsi di Vincenzo Consolo e Quando non arrivarono i nostri di Leonardo Sciascia e A. di Grado, Catania: Sanfilippo, 1989.
Invito alle "Fêtes galantes" di Verlaine, con incisioni di C. Tolomeo, Milano: Sciardelli, 1989. Ripubblicato in Saldi d'autunno.
Calende greche, Napoli: Guida, 1990; col titolo Calende greche, frammenti di una vita immaginaria, Farigliano (CN): Milanostampa, 1990; col titolo Calende greche, ricordi d'una vita immaginaria, edizione riveduta dall'autore, Milano: Bompiani, 1992. ISBN 978-88-452-1829-3
Saldi d'autunno, Milano: Bompiani, 1990, 2002.
Pagine disperse, Caltanissetta: Salvatore Sciascia Editore, 1991. Edizione pubblicata dal comune di Comiso in occasione del sessantesimo compleanno dell'autore.
Qui pro quo, romanzo, Milano: Bompiani, 1991; con uno scritto di Giuseppe Traina, ivi, 2003.
Rondò della felicità, con tre acqueforti di P. Guccione, Trento: La corda pazza di Lillo Gullo e Flora Graiff, 1991.
Secondo battesimo, con incisioni di P. Guccione, Trento: Gullo, 1991.
Sillabario del peccato, con una serigrafia di S. Fiume, Manduria-Bari-Roma, Lacaita: "Fogli da Borgo Celano", 1992.
Il Guerrin meschino, frammento di un'opra di pupi, Catania: Il Girasole, 1991; Milano: Bompiani, 1993; con un'introduzione di Alberto Cadioli, 1998.
Lamento del vecchio puparo, Roma: Edizioni dell'Elefante, 1992.
Cento sicilie, antologia di testi a cura di Nunzio Zago, La Nuova Italia, 1993.
Bluff di parole, aforismi, Milano: Bompiani, 1994.
I languori e le furie, poesie, Catania: Il Girasole, 1995.
Il fiele ibleo, Cava dei Tirreni: Avagliano, 1995.
Tommaso e il fotografo cieco, romanzo, Milano: Bompiani, 1996. ISBN 978-88-452-5493-2
Opere. 1981-1988, a cura di Maria Corti e Francesca Caputo, introduzione di Maria Corti, Milano: Bompiani, 1992, 2010. ISBN 978-88-452-5782-7
Opere. 1989-1996, a cura di Francesca Caputo, Milano: Bompiani, 2007. ISBN 978-88-452-5784-1
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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