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Giovanni Verga
(✶1840 †1922)
Nel 1901 furono rappresentati i bozzetti La caccia al lupo e La caccia alla volpe al teatro Manzoni di Milano e gli stessi saranno pubblicati nel 1902 dall'editore Treves.
Alla morte del fratello Pietro, avvenuta nel 1903, il Verga ebbe in affido i nipoti, Giovanni Verga Patriarca, Caterina e Marco, che poi adottò facendone i suoi figli adottivi.
Nel novembre dello stesso anno venne rappresentato, sempre al teatro Manzoni, il dramma Dal tuo al mio che uscirà solamente nel 1905 a puntate su La Nuova Antologia e vedrà le stampe, ancora da Treves, nel 1906.
Lontano ormai dalla scena letteraria, il Verga rallentò notevolmente la sua attività di scrittore per dedicarsi in modo assiduo alla cura delle sue terre anche se, come abbiamo notizia da una lettera all'amico Rod del 1º gennaio 1907, egli continuava a lavorare a La duchessa di Leyra del quale vedrà la luce un solo capitolo pubblicato postumo in La Letteratura a cura del De Roberto il 1º giugno 1922. Al De Roberto lo scrittore affidò, tra il 1912 e il 1914, la sceneggiatura cinematografica di alcune delle sue opere ed egli stesso provvedette alla riduzione della Storia di una capinera e della La caccia al lupo allo scopo di farne una versione per il teatro. Nel 1915, alla prima guerra mondiale, prese posizione a fianco degli interventisti, entrando a far parte dell'Associazione Nazionalista Italiana, a fianco di Enrico Corradini e Gabriele D'Annunzio, del quale apprezzava l'azione politica. Nel dopoguerra si avvicinò al movimento fascista, mostrando simpatia per la figura politica in ascesa di Benito Mussolini, anche se non si iscrisse mai ai Fasci di combattimento.
Riconoscimenti pubblici e morte
La sua ultima novella, intitolata Una capanna e il tuo cuore, risale al 1919 e fu pubblicata anch'essa postuma, il 12 febbraio 1922 sull'Illustrazione italiana, mentre nel 1920 verrà pubblicata una edizione riveduta delle Novelle rusticane a Roma sulla rivista La Voce.
Nel luglio di quell'anno, per gli ottanta anni dello scrittore, si tennero a Catania le onoranze presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini alla presenza dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce e il discorso ufficiale fu tenuto da Luigi Pirandello. Sempre in quell'anno Verga ricevette, a Roma, la nomina di senatore del Regno, per decisione del re Vittorio Emanuele III. Furono tra le poche apparizioni pubbliche dello scrittore dopo il ritiro a Catania.
Il 24 gennaio 1922, colto da ictus, non riprese conoscenza e il 27 gennaio morì per emorragia cerebrale a Catania nella casa di Sant'Anna, assistito dai nipoti e dall'amico De Roberto, e dopo aver ricevuto l'estrema unzione, richiesta dai familiari nonostante durante tutta la vita fosse stato dichiaratamente scettico, se non ateo e materialista, posizione che emerge da molti scritti e che contrasta con le sue idee moderate. Il patrimonio di Verga passò, in maggioranza, al nipote primogenito Giovanni Verga Patriarca.
Giovanni Verga riposa oggi nel "viale degli uomini illustri" del cimitero monumentale di Catania.
La poetica e le idee
L'ideologia che sta alla base della sua letteratura migliore è una personale ripresa della scientificità, dell'impersonalità e del positivismo dei naturalisti, declinati in senso pessimistico, senza alcuna speranza di miglioramento sociale. Forte è l'influsso di alcune teorie dell'epoca, come quella del darwinismo sociale. Agli umili delle sue novelle e romanzi è negata quasi ogni speranza, sia provvidenziale rifacendosi allo stile del Manzoni, sia laica e sociale di ispirazione Zoliana. Verga nega che una vera felicità sia presente o raggiungibile anche da parte degli appartenenti alle classi ricche, data la rappresentazione che egli ne fa sia nei romanzi non veristi, sia in alcune parti del Ciclo dei Vinti e delle novelle. Solo alcuni valori, come la famiglia, il proprio ambiente ed il lavoro ("concetto dell'ostrica") possono dare un po' di serenità.Opere
Romanzi
Amore e Patria (1856-1857) [inedito di 672 ff. ms. parzialmente riportati in Lina Perroni, Studi verghiani, II, Ricordi di D'Artagnan. La prima giovinezza di Giovanni Verga e due suoi romanzi sconosciuti: Amore e patria; I carbonari della montagna, Palermo, Ed. del sud, 1929].I carbonari della montagna, 4 volumi, Catania, Galatola, 1861-1862.
Sulle lagune, in "La Nuova Europa", 5 e 9 agosto 1862-13 gennaio e 15 marzo 1863.
Una peccatrice, Torino, Negro, 1866.
Storia di una capinera, Milano, Lampugnani, 1871.
Eva, Milano, Treves, 1873.
Eros, Milano, Brigola, 1875.
Tigre reale, Milano, Brigola, 1875.
I Malavoglia, Milano, Treves, 1881.
Il marito di Elena, Milano, Treves, 1882
Mastro-don Gesualdo, Milano, Treves, 1889.
Dal tuo al mio, Milano, Treves, 1906.
La duchessa di Leyra, incompiuto in Federico De Roberto, Casa Verga e altri saggi verghiani, Firenze, Le Monnier, 1964.
Novelle
Casa da thè (novella), 1862.Nedda. Bozzetto siciliano, Milano, Brigola, 1874.
Primavera; La coda del diavolo; X; Certi argomenti; Le storie del castello di Trezza; Nedda, Milano, Brigola, 1877.
Rosso Malpelo, in "Fanfulla", 2-5 agosto 1878.
Vita dei campi. Nuove novelle, Milano, Treves, 1880. [Fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, Cavalleria rusticana, La Lupa, L'amante di Gramigna, Guerra di Santi, Pentolaccia]
Un'altra inondazione, in "Roma-Reggio", numero speciale del "Corriere dei Comuni", Roma, Tipografia elzeviriana dell'Officina Statistica, 1880.
La roba, in "Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere ed arti", 26 dicembre 1880.
Casamicciola, in "Don Chisciotte", n. 8, 3 aprile 1881.
I dintorni di Milano, in Milano 1881, Milano, Ottino, 1881.
Il come, il quando ed il perché, in appendice alla seconda edizione di Vita dei campi, Milano, Treves, 1881.
Pane nero, Catania, Giannotta, 1882.
Libertà, in "Domenica letteraria", 12 marzo 1882.
Novelle rusticane, Torino, Casanova, 1883. [Il Reverendo, Cos'è il Re, Don Licciu Papa, Il Mistero, Malaria, Gli orfani, La roba, Storia dell'asino di S. Giuseppe, Pane nero, I galantuomini, Libertà, Di là del mare]
Per le vie, Milano, Treves, 1883. [Il bastione di Monforte, In piazza della Scala, Al veglione, Il canarino del N. 15, Amore senza benda, Semplice storia, L'osteria dei «Buoni Amici», Gelosia, Camerati, Via Crucis, Conforti, L'ultima giornata]
Nella stalla, in Arcadia della carità. Strenna internazionale a beneficio degli inondati, Lonigo, Tipo-litografia ed. Luigi Pasini, 1883.
Drammi intimi, Roma, Sommaruga, 1884. [Drammi intimi, frammento 2, «Nel carrozzone dei profughi» (frammento 3), frammento IV, Un'altra inondazione, - Il Carnevale fallo con chi vuoi; - Natale e Pasqua falli con i tuoi. -, Ultima visita]
Mondo piccino, in "Nuova Antologia", 1º ottobre 1884.
Vagabondaggio, Firenze, Barbera, 1887. [Vagabondaggio, Il maestro dei ragazzi, Un processo, La festa dei morti, Artisti da strapazzo, Il segno d'amore, L'agonia d'un villaggio, ...e chi vive si dà pace, Il bell'Armando, Nanni Volpe, Quelli del colèra, Lacrymae rerum]
I ricordi del capitano d'Arce, Milano, Treves, 1891. [I ricordi del capitano d'Arce, Giuramenti di marinaio, Commedia da salotto, Né mai, né sempre!, Carmen, Prima e poi, Ciò ch'è in fondo al bicchiere, Dramma intimo, Ultima visita, Bollettino sanitario (Corrispondenza in 4ª pagina)]
Don Candeloro e C.i, Milano, Treves, 1894. [Don Candeloro e C.i, Le marionette parlanti, Paggio Fernando, La serata della diva, Il tramonto di Venere, Papa Sisto, Epopea spicciola, L'opera del Divino Amore, Il peccato di donna Santa, La vocazione di suor Agnese, Gli innamorati, Fra le scene della vita]
Una capanna e il tuo cuore, in "Illustrazione italiana", 12 febbraio 1922.
Tutte le novelle, 2 voll., Milano, A. Mondadori, 1940-1942.
Trasposizioni teatrali
I nuovi tartufi (1865-1866)Rose caduche (1867)
L'onore I (1869)
L'onore II
Cavalleria rusticana (1884)
In portineria (1885)
La lupa (1886)
Dopo (1886)
Mastro-don Gesualdo (1889)
Cavalleria rusticana (1896)
La caccia al lupo (1901)
La caccia alla volpe (1901)
Dal tuo al mio (1903)
Versioni cinematografiche
Chavalerie rustique (1910) di Victorin Jasset (o secondo altri storici Emile Chautard o ancora Raymond Agnel).Cavalleria rusticana (1916) di Ugo Falena.
Cavalleria rusticana (1916) di Ubaldo Maria Del Colle.
Tigre reale (1916) diretto da Piero Fosco (Giovanni Pastrone).
La storia di una capinera (1917) di Giuseppe Sterni.
Caccia al lupo (1917) di Giuseppe Sterni.
Una peccatrice (1918) di Giulio Antamoro.
Eva (1919) di Ivo Illuminati.
Il marito di Elena (1921) di Riccardo Cassano
Cavalleria rusticana (1924) di Mario Gargiulo.
Cavalleria rusticana (1939) di Amleto Palermi.
La storia di una capinera (1943) di Gennaro Righelli.
La terra trema (1948) diretto da Luchino Visconti, ispirato a I Malavoglia.
La lupa (1953) di Alberto Lattuada.
Cavalleria rusticana (1953) di Carmine Gallone.
L'amante di Gramigna (1968) di Carlo Lizzani.
Bronte - Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato 1972 diretto da Florestano Vancini, tratto dalla novella di Giovanni Verga intitolata Libertà.
Cavalleria rusticana (1981) di Franco Zeffirelli, film-opera.
Storia di una capinera (1993) di Franco Zeffirelli con Vanessa Redgrave, ispirato al romanzo omonimo.
La lupa (1996) diretto da Gabriele Lavia con Monica Guerritore, Michele Placido e Raoul Bova, ispirato alla novella omonima.
Rosso malpelo (2007) di Pasquale Scimeca.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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