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Giuseppe Mazzini
(✶1805   †1872)

Mazzini conteso tra fascismo e antifascismo

L'eredità ideale e politica del pensiero mazziniano è stata a lungo oggetto di dibattito tra opposte interpretazioni, in particolare durante il Fascismo e la Resistenza. Già nel settembre 1922, prima dell'avvento del fascismo, il cinquantenario della sua morte fu celebrato con una serie di francobolli. In seguito, nel Ventennio fascista Mazzini fu oggetto di citazioni in libri, articoli, discorsi, fino al punto d'essere considerato una sorta di precursore del regime di Mussolini.

La popolarità di Mazzini durante il periodo fascista è dovuta anche ai numerosi repubblicani che confluirono nei Fasci di combattimento, iniziando il loro percorso di avvicinamento a Mussolini durante la battaglia interventista, soprattutto nelle aree dove maggiore era la presenza del PRI, cioè in Romagna e nelle Marche. Nel 1917, sulle pagine de L'Iniziativa, l'organo di stampa del PRI, si guardava a Mussolini come al «magnifico bardo del nostro interventismo».

Particolare fu il caso di Bologna, città in cui i repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario Bergamo presero parte attivamente nel 1919 alla fondazione del primo Fascio di combattimento emiliano per poi abbandonarlo poco dopo diventando avversari del fascismo. Tra i più famosi repubblicani che aderirono al fascismo vi furono Italo Balbo (che si era laureato con una tesi su "Il pensiero economico e sociale di Mazzini" e del quale lo storico Claudio Segrè ha scritto: «Balbo, prima di aderire al Fascismo nel '21, esitò a lasciare i repubblicani fino all'ultimo momento e considerò la possibilità di mantenere la doppia iscrizione»), Curzio Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la perfetta sintesi fra «la Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini».

L'intellettuale mazziniano Delio Cantimori, nella prima fase del suo percorso politico che lo portò prima ad aderire al fascismo poi al comunismo, considerava il fascismo «compimento della rivoluzione nazionale iniziatasi con il Risorgimento, che doveva riuscire dove il processo risorgimentale e il cinquantennio successivo avevano fallito: nell'inserimento e nell'integrazione delle masse nello stato nazionale, nella creazione di una più vera democrazia, ben diversa dal "parlamentarismo" e lontana dall'"affarismo", dal "particolarismo", dall'"inerzia" che avevano caratterizzato l'Italia liberale». Inizialmente la tesi delle origini risorgimentali del fascismo fu fatta propria anche dai comunisti: nel 1931 Palmiro Togliatti, polemizzando con il movimento Giustizia e Libertà e il suo fondatore Carlo Rosselli, in un articolo su Lo Stato operaio criticò il Risorgimento e indicò in Mazzini un precursore del fascismo:

«La tradizione del Risorgimento vive quindi nel fascismo, ed è stata da esso sviluppata fino all'estremo. Mazzini, se fosse vivo, plaudirebbe alle dottrine corporative, né ripudierebbe i discorsi di Mussolini su "la funzione dell'Italia nel mondo". La rivoluzione antifascista non potrà essere che una rivoluzione "contro il Risorgimento", contro la sua ideologia, contro la sua politica, contro la soluzione che esso ha dato al problema della unità dello Stato e a tutti i problemi della vita nazionale.»
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La stessa posizione fu assunta nel 1933 da Giorgio Amendola, durante il confino a Ponza, nel primo di due corsi sul Risorgimento tenuti per i confinati, per poi rivedere tale impostazione nel secondo corso, dopo la svolta unitaria del 1934, allorché insistette sulle origini risorgimentali del movimento operaio.

I fascisti, inoltre, rivendicavano una continuità con il pensiero mazziniano anche riguardo l'idea di patria, la concezione spirituale della vita, l'importanza dell'educazione di massa come strumento per creare un "uomo nuovo" e una dottrina economica ispirata alla collaborazione tra le classi sociali. Lo storico Massimo Baioni scrive a proposito della contemporanea celebrazione nel 1932 del 50º anniversario della morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma: «Le principali manifestazioni del 1932 sembravano confermare il nesso tra il bisogno di presentare il fascismo come erede delle migliori tradizioni nazionali e la volontà non meno forte ad enfatizzarne le componenti moderne, che avrebbero dovuto distinguerlo come originale esperimento politico e sociale».

Negli anni della Resistenza (1944-'45) la situazione si complica maggiormente: il fascismo della Repubblica Sociale Italiana "(...) intensificò naturalmente i richiami a Mazzini: ad esempio la data del giuramento della Guardia nazionale repubblicana venne fissata il 9 febbraio, giorno della proclamazione, quasi un secolo prima, della Repubblica romana che aveva avuto alla sua testa il «triumviro» Mazzini." ma anche gli antifascisti, in particolare i partigiani di Giustizia e Libertà di Carlo Rosselli, iniziano a richiamarsi sempre più apertamente al rivoluzionario genovese. Proprio Rosselli scrisse nel 1931 ad uno studioso inglese: «Agiamo nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la continuità ideale fra la lotta dei nostri antenati per la libertà e quella di oggi».

A seguito della caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, a partire dal 1943 la lotta contro il nazifascismo vide la partecipazione dei repubblicani (il cui partito era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formazione di proprie unità partigiane denominate Brigate Mazzini. Anche un comandante partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare, Manrico Ducceschi, ispirò la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in onore di Mazzini il nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato dal patriota genovese.

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Opere

Atto di fratellanza della Giovane Europa (1834), in Giuseppe Mazzini, Edizione nazionale degli scritti., Imola, s.e., 1908, vol. 4, pag. 3.
Dei doveri dell'uomo Fede ed avvenire Editore Mursia ISBN 9788842541721
Doveri dell'Uomo 2011 Editori Riuniti university press - Roma ISBN 978-88-6473-039-4

Antologia di scritti Dal Risorgimento all'Europa Mursia ISBN 9788842548447

Periodici diretti da Giuseppe Mazzini

Apostolato popolare
Il nuovo conciliatore
L'educatore
Le Proscrit. Journal de la République Universelle
Il tribuno

Bibliografia

Giuseppe Mazzini, Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini, 20 voll., a cura di Aurelio Saffi e di Ernesto Nathan, Roma 1861-1904.
Giuseppe Mazzini, Lettere di Giuseppe Mazzini ad Aurelio Saffi e alla famiglia Craufurd, Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati c., Roma 1905.
Joseph de Maistre, Il Papa, Firenze, 1926.
Adolfo Omodeo, Introduzione a G.Mazzini. Scritti scelti, Milano, Mondadori, 1934.
Arturo Codignola, Mazzini (con sei tavole fuori testo), Torino, UTET, 1946.
Adolfo Omodeo, L'età del Risorgimento italiano, Napoli, ESI, 1955.
Federico Chabod, L'idea di nazione, Bari, Laterza, 1967.
Giuseppe Monsagrati, Giuseppe Mazzini, Milano, Adelphi, 1972, pp.326.
Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972.
Franco Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani: il partito d'azione, 1830-1845, Milano, Feltrinelli, 1974, pp.469.
AA.VV., Il processo ad Andrea Vochieri, Alessandria, Lions club, 1976, pp.131.
Mario Albertini, Il Risorgimento e l'unità europea, Napoli, Guida, 1979.
Denis Mack Smith, Mazzini, Milano, Rizzoli, 1993, pp.412.
Salvo Mastellone, Il progetto politico di Mazzini: Italia-Europa, Firenze, Olschki, 1994, pp.243.
Antonio Desideri, Storia e storiografia, Vol.II, Messina-Firenze, Ed. D'Anna, 1997.
Roland Sarti, Giuseppe Mazzini: la politica come religione civile, (Postfazione di Sauro Mattarelli), Roma-Bari, Laterza, 2000, pp.VIII e 352.
Sauro Mattarelli, Dialogo sui doveri. Il pensiero di Giuseppe Mazzini, Venezia, Marsilio, 2005.
Pietro Galletto, Mazzini, nella vita e nella storia, Giovanni Battagin Editore, 2005.
Elvio Ciferri, Mazzini Giuseppe in «International Encyclopedia of Revolution and Protest», 5, Malden (MA), Wiley-Blakwell, 2009.
Nunzio Dell'Erba, Giuseppe Mazzini. Unità nazionale e Critica storica, Vincenzo Grasso editore, Padova 2010.
N. Dell'Erba, Giuseppe Mazzini, in _Il Contributo italiano alla storia del pensiero - Ottava Appendice. Storia e politica_, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2013, pp.360–365.
Giuseppe Mazzini, Dear Kate. Lettere inedite di Giuseppe Mazzini a Katherine Hill, Angelo Bezzi e altri italiani a Londra (1841-1871), 2011, Rubbettino editore

Saggi Giuseppe Mazzini, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano, 1956.
Giuseppe Mazzini, I sistemi e la democrazia. Pensieri - Con una Appendice su La religione di Mazzini - scelta di pagine dall'Opuscolo Dal Concilio a Dio, a cura di Vincenzo Gueglio (note al testo, repertorio dei nomi e saggio introduttivo) Milano, Greco Greco, 2005; ISBN 88-7980-399-9
Giuseppe Mazzini - verifiche e incontri - Atti del Convegno Nazionale di Studi, Genova, Gennaio 2006, Gammarò editori ISBN 88-95010-07-8
Tufarulo,G,M.- L'Iniziatore, l'iniziato, Dio e popolo. La tempesta mazziniana nella rivoluzione del pensiero ottocentesco. Cultura e Prospettive, 2010, nº6

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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