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Lorenzo Mascheroni
(✶1750 †1800)
Nello spirito dell'illuminismo anche quest'opera non è fine a sé stessa, ma è pensata anche per facilitare la costruzione di strumenti di precisione.
La prima dimostrazione di questa teoria non si deve però a Mascheroni, ma al misconosciuto matematico danese Georg Mohr, che l'aveva pubblicata nel suo Euclides Danicus del 1672. Tale opera però rimase sconosciuta fino al 1928, quando ne fu accidentalmente ritrovata una copia. La dimostrazione escogitata dai due matematici è diversa; ecco perché il credito pratico per la scoperta va ancora oggi al matematico bergamasco.
Produzione letteraria
Mascheroni fu un agile poeta in lingua italiana e latina, anche se la maggior parte delle sue opere furono di circostanza: perfino la Geometria del Compasso ebbe una dedica a Napoleone composta in versi.
La sua opera poetica più celebre, però, fu L'invito di Dafni Orobiano a Lesbia Cidonia, un'epistola in 529 endecasillabi sciolti pubblicata nel 1793, con cui il poeta (in Arcadia: Dafni Orobiano) invita la contessa Paolina Secco Suardo Grismondi (in Arcadia: Lesbia Cidonia) a visitare le collezioni di storia naturale e i gabinetti scientifici dell'ateneo pavese. L'opera nasce dalla volontà tipica dell'illuminismo di diffondere la cultura scientifica anche fra la gente comune interessata alla cultura. L'opera di Mascheroni, giudicata dai contemporanei come i "più bei versi sciolti di questo secolo", ebbe più di 500 ristampe, fra il 1793 e il 1900. Passato il gusto illuministico, fu stroncata come un semplice catalogo in versi delle collezioni pavesi.
Il museo di storia naturale di Pavia, la cui realizzazione era stata avviata dallo Spallanzani dal 1771, quando riuscì ad ottenere una prima collezione dono dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, fu una realizzazione di grande importanza scientifica e culturale, visitata da scienziati, principi, nobildonne di tutta Europa e dallo stesso imperatore d'Austria nel 1784. La dotazione annua per l'accrescimento delle collezioni passò dalle 1200 lire annue del 1786 alle 6000 del 1794, forse non casualmente l'anno successivo alla diffusione in tutta Europa dell'Invito. Certo un buon successo per il rettore Mascheroni.
Uno degli ammiratori dell'Invito fu Stendhal, che cita questi versi in Rome, Naples, Florence, lettera del 16 dicembre 1816:
Quanto nell'Alpe e nelle aeree rupi
Natura metallifera nasconde;
Quanto respira in aria, e quanto in terra
E quanto guizza negli acquosi regni
Ti fia schierato all'occhio: in ricchi scrigni
Con avveduta man l'ordin dispose
Di tre regni le spoglie. Imita il ferro
Crisoliti e rubin; sprizza dal sasso
Il liquido mercurio; arde funesto
L'arsenico; traluce ai sguardi avari
Dalla sabbia nativa il pallid'oro.
Ché se ami più dell'eritrea marina
Le tornite conchiglie, inclita ninfa,
Di che vivi color, di quante forme
Trassele il bruno pescator dall'onda!
L'aurora forse le spruzzò di misti
Raggi, e godé talora andar toccando
Con la rosata man le cave spire.
Una del collo tuo le perle in seno
Educò verginella; all'altra il labbro
Della sanguigna porpora ministro
Splende; di questa la rugosa scorza
Stette con l'or sulla bilancia, e vinse.
Mascheroni e Napoleone "matematico"
Durante la campagna d'Italia Napoleone incontrò Mascheroni, che gli illustrò il suo libro sulla "Geometria del Compasso" in corso di stampa con la dedica a "Bonaparte italico". Ne fece sfoggio appena incontrò a Parigi i famosi matematici Joseph-Louis Lagrange e Pierre-Simon Laplace, l'11 febbraio 1797, subito dopo la festa per il trattato di Campoformido.
Il povero Laplace dovette esclamare: «Nous attendions tout de vous, Général, excepté des leçons de Matématiques». Il libro di Mascheroni fu tradotto immediatamente in francese e stampato dall'editore Carette (Parigi 1798).
Fra gli storici della matematica, inoltre, ci sono vivaci discussioni su alcuni teoremi di geometria, attribuiti a Napoleone, ma forse dovuti a Mascheroni. In particolare il teorema di Napoleone è uno dei pochissimi teoremi significativi sui triangoli prodotti dopo i Greci.
Opere
Lorenzo Mascheroni, Sulle curve che servono a delineare le ore ineguali sulle superfici piane, Bergamo 1784.
Lorenzo Mascheroni, Nuove ricerche sull'equilibrio delle volte, Bergamo, 1785. Disponibile on-line
Lorenzo Mascheroni, Nuove ricerche sull'equilibrio delle volte, Milano, Giovanni Silvestri, 1829. URL consultato il 13 giugno 2015.
Lorenzo Mascheroni, Metodo per misurare i poligoni piani, Pavia 1787.
Lorenzo Mascheroni, Adnotationes ad calculum integrale Euleri, Vol. I 1790, Vol II 1792. Disponibile on-line
(LA) Lorenzo Mascheroni, Adnotationes ad calculum integralem Euleri. 1, Ticini, ex typographia heredPetri Galeatii, 1790. URL consultato il 13 giugno 2015.
(LA) Lorenzo Mascheroni, Adnotationes ad calculum integralem Euleri. 2, Ticini, ex typographia heredPetri Galeatii, 1792. URL consultato il 13 giugno 2015.
Lorenzo Mascheroni, Problemi per gli agrimensori con varie soluzioni, In Pavia, Baldassare Comino, 1793. URL consultato il 13 giugno 2015.
Lorenzo Mascheroni, Geometria del compasso, Pavia, Pietro Galeazzi, 1797. URL consultato il 13 giugno 2015.
Lorenzo Mascheroni, La geometria del compasso, 1797. Disponibile on-line
Bibliografia
Erminio Gennaro (a cura di), Lorenzo Mascheroni tra scienza e letteratura nel contesto culturale della Bergamo settecentesca, Bergamo, Edizioni dell'Ateneo, 2002.
Pietro Pennestri, Federico Fabrizi, La Nuova Geometria del Compasso, http://www.geogebraitalia.org/geometria-compasso/, Roma, 2012.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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