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Niccolò Machiavelli
(✶1469   †1527)

Controversie sul Principe

«Quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori
gli allor ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue»
(Ugo Foscolo, Dei sepolcri)

La gelida obiettività e un certo cinismo con cui Machiavelli descriveva il comportamento freddo, razionale ed eventualmente spietato che un capo di Stato deve mettere in atto, colpì i critici. Così, da una parte vi è la linea di pensiero tradizionale, secondo la quale "Il Principe" è un trattato di scienza politica destinato al governante, che tramite esso saprà come affrontare i problemi, spesso drammatici, posti dal suo ruolo di garante della stabilità dello stato. Dall'altra, troviamo un'interpretazione secondo cui il trattato di Machiavelli, che era originariamente un repubblicano, ha come vero scopo quello di mettere a nudo, e quindi chiarire, le atrocità compiute dai principi dell'epoca, a vantaggio del popolo, che di conseguenza avrebbe le dovute conoscenze per attuare le precauzioni al fine di stare in guardia e difendersi quando si dimostra necessario. Il principe è visto anche come figura assai drammatica, la quale per il bene dello stato stesso non si può permettere di lasciare spazio al proprio carattere diventando così quasi un uomo macchina.

Gli esponenti di questa seconda interpretazione (la cosiddetta "interpretazione obliqua", diffusa dal XVII secolo), che talvolta elogiarono però anche alcuni consigli pragmatici dati al principe, come quello della religione come instrumentum regnii, furono numerosi soprattutto in ambito illuminista, che vedeva in Machiavelli un precursore della politica laica: la sostennero, dal Settecento, Baruch Spinoza, Jean-Jacques Rousseau, Vittorio Alfieri, Giuseppe Baretti, gli enciclopedisti (in primis Denis Diderot e Jean Baptiste d'Alembert), Ugo Foscolo e Giuseppe Parini, e ha avuto diffusione soprattutto nell'Ottocento, prima e durante il Risorgimento; ne è un esempio quello che Foscolo scrive nei "Sepolcri": "Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli allor ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue". Forse alcuni di essi - ad esempio, per quanto riguarda Foscolo, è un'ipotesi alternativa riportata da Mario Pazzaglia - ritenevano anche che, pur essendo Il principe un'opera fatta per i tiranni e i governanti, fosse utile lo stesso per svelare al popolo gli intrighi del potere, ritenendo valida l'interpretazione obliqua, qualunque fossero le intenzioni di Machiavelli.

In generale, per i sostenitori di questa lettura, Il principe avrebbe, come le satire, uno scopo opposto a quello apparente, come avverrà per alcuni scritti di epoca romantica, come la Lettera semiseria di Grisostomo di Giovanni Berchet o alcune opere di Giacomo Leopardi. In epoca più recente, tuttavia, nella maggioranza dei critici è prevalsa la prima interpretazione, quella tradizionale, dal quale risalta la libertà e concretezza, anche spregiudicata, del pensiero di Machiavelli, che non descrive mondi utopici, ma il mondo reale della politica dei suoi tempi, e la sua concezione anticipatrice del realismo politico e della cosiddetta realpolitik. L'intepretazione obliqua è stata riproposta in modo minoritario, ad esempio in alcuni monologhi del drammaturgo e attore Dario Fo.

Lo stile

Il modello linguistico prescelto da Machiavelli è fondato sull'uso vivo più che sui modelli letterari; lo scopo, esplicito soprattutto nel Principe, di scrivere qualcosa di utile e chiaramente espressivo lo induce a scegliere spesso modi di dire proverbiali di immediata evidenza. Il lessico impiegato dall'autore si rifà a quello boccacciano, è ricco di parole comuni e i latinismi, seppure abbondanti, provengono per lo più dal gergo cancelleresco. Nelle sue opere ricoprono un ruolo assai rilevante anche le metafore, i paragoni e le immagini. La concretezza è una delle caratteristiche salienti, l'esempio concreto ed essenziale, tratto dalla storia sia antica che recente, è sempre preferito al concetto astratto.

In generale si parla di uno stile "fresco", come lo ebbe a definire il filosofo Nietzsche in Al di là del bene e del male, con un riferimento particolare all'uso della paratassi, a una certa sentenziosità delle frasi, costruite secondo un criterio di chiarezza a scapito di un maggior rigore logico-sintattico. Machiavelli rende evidenti concetti che, se espressi con un linguaggio più elaborato, sarebbero molto difficili da decifrare, e riesce a esprimere le sue tesi con originale capacità espositiva.

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Opere principali

Discorso fatto al magistrato de' Dieci sopra le cose di Pisa (1499)
Parole da dirle sopra la provvisione del danaio (1503)
Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini (1503)
De natura Gallorum (1510)
Ritratto delle cose di Francia (1510)
Ritratto delle cose della Magna (1512)
Il Principe (1513) – Testo su Wikisource
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1513 –1519)
Dell'arte della guerra (1519 – 1520)
La vita di Castruccio Castracani da Lucca (1520)
Istorie fiorentine (1520 – 1525) – Riedizione Istorie fiorentine, Venezia, 1546.
Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua (pubblicato nel 1730)
Decennali
La mandragola (1518), commedia teatrale
Belfagor arcidiavolo (1518 - 1527)
Epistolario (1497 – 1527)
L'asino (1517)

Edizioni critiche in pubblico dominio:
Legazioni, commissarie, scritti di governo. A cura di Fredi Chiappelli. Laterza, Roma-Bari.
- 1, 1971.
- 2, 1973.
- 3, 1984.
- 4, 1985.

Drammaturgie minori

Clizia (1525)
Andria, traduzione-rifacimento dell'Andria di Terenzio

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Bibliografia

Monografie principali (dal 1970)

Felix Gilbert, Machiavelli e la vita culturale del suo tempo, Bologna, Il mulino, 1972
Claude Lefort, Le travail de l'oeuvre Machiavel, Paris, Gallimard, 1972
Jean-Jacques Marchand, Niccolò Machiavelli. I primi scritti politici (1499-1512). Nascita di un pensiero e di uno stile, Padova, Antenore, 1975
Riccardo Bruscagli, Niccolò Machiavelli, Firenze, La Nuova Italia editrice, 1ª edizione: aprile 1975
Roberto Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Firenze, Sansoni, 1978 (ultima ed.)
Federico Chabod, Scritti su Machiavelli, Torino, Einaudi, 1980 (ultima ed.)
John Greville Agard Pocock, Il momento machiavelliano: il pensiero politico fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone, Bologna, Il mulino, 1980
Carlo Dionisotti, Machiavellerie, Torino, Einaudi, 1980
Gennaro Sasso, Niccolo Machiavelli, vol. 1: Il pensiero politico; vol. 2: La storiografia, Bologna, Il Mulino, 1993 (1ª ed. Napoli 1958)
Giuliano Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell'eta moderna, Roma, Laterza, 1995
Gennaro Sasso, Machiavelli e gli antichi e altri saggi, I-IV, Milano-Napoli, Ricciardi, 1987-97
Maurizio Viroli, Il sorriso di Niccolò, storia di Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, 1998
Emanuele Cutinelli-Rendina, Chiesa e religione in Machiavelli, Pisa, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 1998
Ugo Dotti, Machiavelli rivoluzionario: vita e opere, Roma, Carocci, 2003
Giorgio Inglese, Per Machiavelli. L'arte dello stato, la cognizione delle storie, Roma, Carocci, 2006
Corrado Vivanti, Niccolò Machiavelli: i tempi della politica, Roma, Donzelli, 2008
Andrea Guidi, Un segretario militante. Politica, diplomazia e armi nel Cancelliere Machiavelli, Bologna, il Mulino, 2009
Gabriele Pedullà, Machiavelli in tumulto. Conquista, cittadinanza e conflitto nei 'Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio', Roma, Bulzoni, 2011.

Altri contributi

A. Montevecchi, Machiavelli, la vita, il pensiero, i testi esemplari, Milano 1972
E. Janni, Machiavelli, Milano 1989
S. Zen, Veritas ecclesiastica e Machiavelli, in Monarchia della verità. Modelli culturali e pedagogia della Controriforma, Napoli, Vivarium, 2002 (La Ricerca Umanistica, 4), pp.73–111.
M. Gattoni, Clemente VII e la geo-politica dello Stato Pontificio (1523-1534), in Collectanea Archivi Vaticani(49), Città del Vaticano 2002
F. Raimondi, Machiavelli, in La politica e gli stati, Roma 2004
Pasquale Stoppelli, La Mandragola: storia e filologia. Roma, Bulzoni, 2005.
A. Capata, Il lessico dell'esclusione. Tipologie di Virtù in Machiavelli', Manziana, 2008.
Giuliano F. Commito, IUXTA PROPRIA PRINCIPIA - Libertà e giustizia nell'assolutismo moderno. Tra realismo e utopia, Aracne, Roma, 2009.
Mascia Ferri, L'opinione pubblica e il sovrano in Machiavelli, in «The Lab's Quarterly»,n.2 aprile-giugno,Università di Pisa,2008, pp.420–433.
Paweł Fiktus, Interpretacje virtu Niccolo Machiavellego w nauce polskiej, (w:) Wrocławskie Studia Erazmiańskie (Studia Erasmiana Wratislaviensia) red. Mirosław Sadowski, Piotr Szymaniec Wrocław 2008 r.
Konstanty Grzybowski, Komentarz Niccolo Machiavelli, Książę, Warszawa, 1970 r.
Giuseppe Leone, Silone e Machiavelli: una scuola... che non crea prìncipi, Centro Studi Silone, Pescina, 2003
Jan Malarczyk, U źródeł włoskiego realizmu politycznego. Machiavelli i Guicciardini, Lublin 1963 r.
Antonina Kłoskowska, Machiavelli jako humanista na tle włoskiego Odrodzenia, Łódź, 1954 r.
Marina Marietti, "Machiavelli l'eccezione fiorentina", Fiesole, Cadmo, 2005
Marina Marietti, Machiavel, Paris, Payot et Rivages, 2005
Enzo Sciacca, Principati e repubbliche. Machiavelli, le forme politiche e il pensiero francese del Cinquecento, Tep, Firenze 2005
Frédérique Verrier, Caterina Sforza et Machiavel ou l'origine du monde, Vecchiarelli, 2010, ISBN88-8247-272-8.
Emanuele Cutinelli-Rendina, Introduzione a Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, 2013 (5ª ed.)


Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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