sulla legittimità costituzionale delle leggi
delle cose ottenute con l'inganno non ne gode il terzo erede, corrisponde al nostro detto «la farina del diavolo va tutta in crusca»
con tanti piccoli granelli si fa un grande mucchio, corrisponde al nostro detto «sono i centesimi che fanno i milioni»
il pretore non si cura di cose di poca importanza, significa che non conviene (o che non si vuole) dare troppa importanza alle piccole cose, alle inezie
dei morti si deve dire solo bene
col nulla non si fa nulla o dal nulla nasce nulla
per conoscenza, per averne avuto notizia
dalla nocciolina si fa il nocciolo, dalla ghianda si fa la quercia, significa che anche i fanciulli diventano uomini
di tutto lo scibile e di tanto altro ancora, era il motto di Pico della Mirandola che per memoria e cultura riteneva essere il migliore tra gli uomini del suo tempo; si usa per designare in modo ironico quanti si ritengono essere dei tuttologi
ti giudico dalla tue parole
facilmente e senza difficoltà, inizialmente indicava l'esclusione di forme solenni e l'accelerazione del giudizio nella procedura sommaria; modernamente si usa per indicare verità oggettive che non possono essere contraddette in alcun modo e che si deducono senza bisogno di dimostrazione
(accusato) di vita scostumata
dal profondo (dell'abisso), si usa parlando di persona che si crede spacciata
di che, si può tradurre con in questione, in esame, di che si sta trattando, in argomento
non dolersi per una cosa irreparabile, corrisponde al nostro detto «cosa fatta capo ha»
riferito da altri
come riferito dall'attore
(accusato) di concussione
relativo ai beni ereditati
dalle rughe cadranno molti peccati
chi proviene da una famiglia rozza, sempre villano resta, cioè difficilmente riesce a mascherare le sue origini e queste saranno rese prima o poi palesi dai comportamenti
per conoscenza
sulla conoscenza, indica il giuramento che cade appunto sulla conoscenza che la parte ha di un fatto altrui
da un buffone è più facile cavarne un uomo ricco che un padre di famiglia
sulla verità, indica il giuramento che cade sopra un fatto proprio della parte invitata dal giudice a giurare
dall'immondezzaio di Ennio, frase di Vigilio per scusarsi dell'accusa di plagio d’alcuni suoi versi presi da Ennio; nell’uso corrente, si adopera con significato spregiativo, per stigmatizzare le origini di qualche fatto volgare
è di te che si parla in questa favola, è analoga al detto lupus in fabula, cioè il lupo di cui si parla nella favola è qui presente
(accusato) di violenza
abbattere i superbi
siamo votati alla morte noi e tutte le nostre cose
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