guardati dall'amico che si è riappacificato con te
grafia non corretta, frequentemente usata in italiano per ab antico
sin dai tempi antichi, indica cose o fatti assai remoti quello ingrato popolo maligno / che discese di Fiesole ab antico Dante
cercar lana dall’asino
dalle cose abituali (alle quali siamo assuefatti) non nasce la passione, quando ci si abitua a qualche cosa, cessa l'entusiasmo, la sorpresa e si riduce il piacere; sono solo le cose impreviste che suscitano la meraviglia
dalle lettere
da cavallo tornare asino
dall'essere al potere
grafia non corretta, frequentemente usata in italiano per ab aeterno
da fuori; dall'esterno
da qui, da adesso; si scrive anche abhinc
da questo e da quella indica cosa detta confusamente; si applica a chi parla a vanvera parlare ab hoc et ab hac § ragionare ab hoc et ab hac
l'eternità dipende da questo momento, motto per meridiane
da quel tempo
dalle più profonde fondamenta, si usa per indicare la necessità di un rinnovamento radicale riformare un istituto ab imis
da tempo immemorabile
dalla parte più bassa a quella più alta, si usa per indicare la totalità del corpo umano e quindi, più in generale, il concetto di interezza
dal profondo del cuore; si dice anche ab imo pectore
dal più profondo del petto (= del cuore), si usa specialmente per esprimere sdegno, odio, ira le sue parole venivano proprio ab imo pectore
per disagio, per inconveniente
dalla culla, sin dalla primissima età, ancora in fasce
dai nemici mi guardo io, ma dagli amici mi guardi Iddio
dal principio, indica chi comincia o ripiglia a dire o fare una cosa da capo; in italiano si usa anche ab inizio
grafia non corretta, frequentemente usata in italiano per ab antico
non aspettarti nulla dal povero
senza testamento, si dice di chi muore senza aver fatto testamento
dall'interno
discendenti dal dio Giove, detto di Ilioneo capo degli ambasciatori Troiani, per indicare la discendenza divina della stirpe troiana; si usa raramente come motto di casate
da Giove prende mosse, o Muse (poiché) tutto è pieno di Giove, indica il supremo mandante del sapere, usato come incipit per dire che quando uno vuol parlare deve cominciare dalla persona o cosa più importante e successivamente delle cose secondarie
in preda all'ira, si dice di atti e decisioni presi non lucidamente, ma nell'impulso dell'ira
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