Il resultamento
Ci scrive Giacomo F. da Frosinone: «Gentile Dott. Raso, mi sono imbattuto per caso nel suo meraviglioso e istruttivo sito: l’ho messo subito tra i preferiti. Lei rimane l’ultimo baluardo in difesa della nostra lingua, sempre più anglo-americannizzata e maltrattata da quelli che — per istituzione — dovrebbero dispensarla correttamente: gli organi di informazione. Ma vengo subito al dunque. Ho letto su un giornale locale il termine “resultamento”. È chiaro che il cronista intendeva dire “risultato”. Le domando se esiste questo vocabolo perché nei vocabolari che ho consultato non ne ho trovato traccia. Grazie se la mia richiesta sarà presa in considerazione».
Cortese amico, il vocabolo incriminato esiste, anche se arcaico. È un sostantivo deverbale, provenendo, appunto, dal verbo resultareo risultare.
I vocabolari, non tutti, lo registrano alla voce risultamento. Le copincollo ciò che riporta il “Treccani” in rete:
«risultaménto (meno com. *resultaménto*) s. m. [der. di risultare], ant. o raro.
Il fatto di risultare, e quanto è risultato».
Si trova anche nel Dizionario della lingua italiana dell’accademia della Crusca (1829): — Pagina 134
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