L'incentivo e l'incantesimo
Dopo l'esuberante, vediamo la nascita dell'incentivo affidandoci sempre a Enzo La Stella. I vocabolari, alla voce in oggetto, recitano: «stimolo, spinta, incitamento». È interessante vedere come si è giunti a queste accezioni.
«L'incentivo, quello stimolo, morale o materiale, che ci spinge a fare di più e di meglio, è oggi così legato allo sviluppo delle vendite secondo il modello americano (si offrono premi in denaro e medaglie ai venditori più aggressivi, i distributori possono sempre sperare in una crociera o in un nuovo banco frigorifero e il consumatore finale è letteralmente bombardato da offerte mirabolanti), che qualcuno lo ritiene derivato dall'inglese 'incentive'. Le cose, però, stanno diversamente. All'origine,infatti, vi è il latino 'incentivus', attributo del flauto, il cui suono alto serviva a dare il tono al 'cantus' di voci e strumenti, già accolto in italiano nel Trecento col più ampio significato di spinta, incitamento, sprone. Anche se il suono è un po' diverso, 'incantesimo' è stretto parente di incentivo, derivando sempre da 'cantus', ma nel senso specializzato di cantilena o formula magica».
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