Dare lo spillatico
È molto difficile che qualcuno oggi conosca il significato di questa locuzione adoperata – un tempo – per indicare la somma che il marito dava (dà?) periodicamente alla moglie per le minute spese personali.
Oggi, nella maggior parte dei casi, le mogli non sono più solo gli angeli del focolare, hanno un loro lavoro e non hanno più bisogno dello spillatico, anzi contribuiscono anch’esse alle spese per il mantenimento della famiglia.
Un tempo, però, non era così e lo spillatico era strettamente necessario. Ma quale relazione può intercorrere tra questo piccolo assegno e gli spilli? Una relazione intima. Per scoprirla è necessario tornare indietro nella storia e fermarsi agli inizi del secolo XIV.
Un geniale sarto parigino ebbe la brillante idea di sostituire ai chiodetti d’oro che il ceto benestante soleva usare per agganciare le vesti, e che nel breve volgere del tempo rovinavano la stoffa, delle asticciole aguzze da un lato e provviste di una capocchia dall’altro, aggeggi che furono chiamati spilli.
Quest’invenzione riscosse un tale successo che il re Luigi XI dispose – fra le altre cose – di assegnare alla figlia, come dono di nozze, un cofanetto di tali spilli (naturalmente d'oro). Da questo dono regale fu coniato il termine spillatico con il significato su detto.
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