Abaco e... abbaco
La quasi totalità dei vocabolari che abbiamo consultato riportano abbacocome variante di abaco. Sullo stesso piano l'etimologo Ottorino Pianigiani. Le cose non stanno proprio così, e volendo sottilizzare potremmo fare un distinguo (anche se saremo contestati — certamente — da qualche grande linguista).
Scriveremo abaco(con una b) per designare la parte superiore del capitello di una colonna su cui poggia l’arco o l’architrave; con due b(abbaco), invece, per indicare il libro con le prime nozioni di aritmetica e anche una sorta di pallottoliere.
Nel plurale entrambi i termini mutano la desinenza -coin -chi: abachie abbachi. Sulla stessa lunghezza d’onda, ci sembra, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia.
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