Verbo uscire
Ci scrive Giovanni S. da Macerata: «Gentile dr Raso, vorrei sapere perché il verbo “uscire” muta la “u” in “e” nel corso della coniugazione in alcune persone, tempi e modi. Insomma: perché io “esco” e noi “usciamo”? Grazie».
Cortese Giovanni, la questione è un po’ complessa. Le forme in e(esco) sono un retaggio dell’antico verbo escire(ancora esistente, veda qui).
Con il trascorrere del tempo, inoltre, per influsso di uscioe per una questione — diciamo — di suono, la edel tema si è mutata in uin posizione protonica mentre è rimasta in posizione tonica: noi usciàmo(posizione protonica); io èsco(posizione tonica).
Protonico, in linguistica, è un aggettivo che indica una lettera (o un gruppo di lettere) che precede la sillaba o la vocale tonica, la vocale o la sillaba, cioè, sulla quale cade l’accento.
Per farla breve: nel corso della coniugazione, insomma, la vocale tematica (la vocale che fa parte della radice del verbo) è ese su questa cade l’accento (io èsco); è, invece, use questa non è accentata (voi uscìte).

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