Stare a dozzina
Ecco un altro modo di dire, del nostro meraviglioso idioma, poco conosciuto. Ne sa qualcosa il cavalier Trombini, che costretto per lavoro ad abitare temporaneamente in casa d'altri, in subaffitto, si sentì dire che stava a dozzina . Vediamo, dunque, il significato di questa locuzione che, lì per lì, Trombini non seppe interpretare.
Due sono le origini del modo di dire. L'espressione significa, intanto, vivere in casa altrui pagando un tanto il mese per il vitto e per l'alloggio. Molti Autori sostengono, in proposito, che l'espressione derivi dal fatto che un tempo il fitto si pagava ogni dodici giorni (dozzina), non ci sono, però, prove provate.
Sentiamo la versione del Tommaseo: «Il dare, lo stare, l'essere, il mettersi, il tornare a dozzina, il tenere dozzina, numero determinato per l'indeterminato, viene forse da questo: che ce ne vuole un certo numero perché il conto torni; o perché il numero dodici, oltre l'essere compito, segnatamente ne' conviti, è tenuto di buon augurio, o da' dodici commensali alla cena del Signore».
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