Il poltrone e il bastardo
Colui che agli impegni e alla responsabilità del lavoro preferisce l’ozio viene definito, comunemente, “poltrone”. Questo termine – è interessante ‘scoprirlo’ – proviene, attraverso un viaggio etimologico affatto originale, da un vocabolo non piú in uso: poltro. Questo, a sua volta, dal latino “pullus” (‘piccolo’, riferito a tutti gli animali, quindi anche al puledro). Il poltro (puledro), dunque, indicava un animale da soma e, per ‘simpatia’, un divano, un letto. Da poltro, con l’accrescitivo femminile, si è formata la voce “poltrona”, con il significato a tutti noto, e da questa “poltrone”, appunto: colui che alla fatica del lavoro preferisce una comoda e rilassante… poltrona.
E a proposito di animali da soma, il termine “bastardo” non vi dice nulla? I vocabolari dicono che con la voce ‘bastardo’ si intende colui che è «nato da genitori non legittimamente coniugati». Perché? Perché originariamente questi figli erano concepiti sul “basto”, vale a dire sulla “rozza sella imbottita per muli e asini”.
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