Letteralmente...

Dell’avverbio “letteralmente”, adoperato in tutte le salse, si abusa non poco e quasi sempre a sproposito. E in… proposito, vediamo ciò che dice il linguista Luciano Satta.

«Il dizionario di Devoto e Oli dice che questo avverbio “sottolinea la particolare intensità o assolutezza di una condizione”. Ma siccome se ne fa uno scempio, non si può leggere un giornale senza trovarne una decina, non si può ascoltare né radio né televisione senza udirne altrettanti, noi proponiamo un giro di vite, ricordando che ‘letteralmente’ vale ‘alla lettera’; cioè l’aggettivo, il sostantivo, l’espressione cui l’avverbio si accompagna hanno un significato ‘letterale’ e non iperbolico.

Ci fa ridere, scusate, il cronista sportivo quando racconta che “il portiere Tal dei Tali era ‘letteralmente un gatto’ “; sia abolito l’incontro, per il regolamento che non ammette di far giocare i gatti al calcio. E chi dice: “Ho ‘letteralmente le ossa rotte’ dalla stanchezza”, per punizione e per coerenza vada a farsi ingessare. ‘Letteralmente’».

15-03-2018 — Autore: Fausto Raso