Ratire
Ci scrive Ludovico L.: «Pregiatissimo Dott. Raso, ancora una volta approfitto della sua nota cortesia per un ulteriore quesito. Mi è capitata sotto gli occhi una pagina di un giornale (non so di quale anno) in cui era incartato il pesce che mia moglie aveva acquistato al mercato. Un titolo ha attirato la mia attenzione: “Il malcapitato, ratente, è stato trasportato subito in ospedale”. Che cosa significa ratente? Credo sia superfluo dirle che i vocabolari, da me consultati, non mi hanno risposto. Spero in lei. Ringraziandola anticipatamente dell’eventuale risposta, le porgo i miei più cordiali saluti. Ludovico L.»
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Cortese Ludovico, ratente è il participio presente del verbo ratire e significa rantolare. Il poverino, quindi, già rantolava quando è stato trasportato in ospedale.
Onestamente non so dirle perché il suddetto verbo sia ignorato dai vocabolari non essendo stato ancora relegato, credo, nella soffitta della lingua.
Ho fatto una piccola ricerca nella Rete, mi sembra lo attesti solo il sito Garzantilinguistica.it. Faccio il copincolla:
«[ra-tì-re] Lat. volg.
*ragitare 'muggire, strillare', con cambio di coniugazione
v. intr. [io ratisco, tu ratisci ecc. ; aus. avere]
(ant.) rantolare; emettere l'ultimo respiro».
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