Tagliare i panni addosso (a qualcuno)
Chi non conosce questa locuzione, che in senso figurato significa criticare, parlar male, fare maldicenza, spettegolare, denigrare (qualcuno)?
L’espressione — è evidente — è un traslato del significato proprio della locuzione: per fare un vestito, il sarto prima prende le varie misure del corpo, poi traccia sulla stoffa, con il gesso, il segno del taglio, infine imbastisce le varie parti e le prova sul corpo del cliente. Durante quest’ultima operazione osserva con la massima cura il suo operato e comincia a tagliare la stoffa qua e là al fine di correggere eventuali difetti.
Allo stesso modo, metaforicamente, coloro che ‘tagliano addosso i panni’ a qualcuno studiano nei minimi particolari la persona sulla quale puntano i loro strali per metterne in evidenza i difetti, le colpe, le debolezze e su queste ‘imbastiscono’ i loro discorsi. Francesco Berni, poeta burlesco e satirico del XVI secolo, ci dà un bellissimo esempio di questo modo di dire: Cantai di lei, come tu sai, l’altr’anno / E come ho detto, e tagliai la vesta / Larga, e pur mi rimase in man del panno. / Però de’ fatti suoi quel ch’a dir resta, / Coll’ajuto di Dio, si dirà ora; / Non vo’ ch’ella mi rompa più la testa.
Anche nel Foscolo abbiamo un altro bell’esempio dell'espressione leggendo l’Epistolario (V, 314): Per quanto gli altri mi taglino i panni addosso, mi resterà sempre intorno la coscienza, il velo trasparente dell’onestà.
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