Metamorfosi morfo-sintattiche
Vediamo alcune metamorfosi che, nel corso dei secoli, si sono avute nella morfologia e nella sintassi. Con il termine morfologia (dal greco μορφὴ, (morfè), forma) si intende — in linguistica — la parte della grammatica che studia il comportamento dei singoli vocaboli nella loro forma esteriore come, per esempio, le desinenze, le coniugazioni, i troncamenti, le elisioni ecc.
Sotto questo aspetto il nostro idioma ha un andamento piuttosto regolare, costituito dal progressivo discostamento dalla lingua madre — il latino — perché sono cadute le desinenze consonantiche. Le parole casa, pane — per esempio — sono gli accusativi latini casam e panem con la perdita della desinenza consonantica m (casam e panem).
Per quanto attiene ai verbi, invece, la metamorfosi si nota benissimo in quanto la desinenza della prima persona singolare dell'imperfetto indicativo era — fino a due secoli fa — -a: io amava, io leggeva ecc. Questo perché si rifacevano ai rispettivi latini -abam, -ebam, -ibam, con la caduta della consonante finale m. La forma attuale in uso, quella con la desinenza in "-o" (io mangiavo, leggevo, dormivo ecc), è coniata per analogia con la desinenza del presente (io lodo, parlo, temo, parto). Ancora.
Anticamente la prima persona plurale dell'imperfetto indicativo del verbo essere era noi eramo, conformemente al latino eramus; quella definitiva, eravamo, si ha per analogia con i verbi regolari parlavamo, temevamo e via dicendo.
Un altro esempio di metamorfosi morfologica si ha nella forma plurale di quello, che per secoli è stata quelli, solo successivamente fu introdotta la forma quegli per alcuni casi particolari.
E passiamo alle metamorfosi che si sono avute nella sintassi, altra parte della linguistica che si occupa della disposizione delle parole nella frase, vale a dire la funzione che ciscuna di queste esercita nel contesto (soggetto, predicato, complementi ecc.)
Anche questo termine viene dal greco σύνταξις (sýntaxis), derivato di συντάσσειν (syntàssein, ordinare assieme) e significa ordinare insieme i vari elementi di una frase.
In questo campo le metamorfosi più vistose si hanno nella tendenza ad abbreviare i periodi, spezzettando il discorso in tante proposizioni brevi e indipendenti; nell'eliminazione, per quanto possibile, di proposizioni coordinate e subordinate.
Altro mutamento assai vistoso nella sintassi — e concludiamo queste modeste noterelle — è il passaggio dalle proposizioni di forma implicita (con il verbo all'infinito o con il gerundio) ad altre di forma esplicita, vale a dire con un verbo di modo finito. E viceversa, naturalmente.
- Dizionario italiano
- Grammatica italiana
- Verbi Italiani
- Dizionario latino
- Dizionario greco antico
- Dizionario francese
- Dizionario inglese
- Dizionario tedesco
- Dizionario spagnolo
- Dizionario greco moderno
- Dizionario piemontese