In qualità di...
Il linguaggio burocratico (che, ricordiamolo, non fa la lingua) ci ha abituati a frasi del tipo in qualità di, nella qualità di ecc. In molte lettere di assunzione si può, infatti, leggere: «Siamo lieti di comunicarle che dal giorno () Lei sarà alle dipendenze della nostra Società in qualità di».
È un'espressione, questa, da evitare se si vuole scrivere e parlare in buona lingua italiana. Qualità, in casi del genere, si può sostituire con come, con l'incarico di, con il grado di e simili: sarà assunto con l'incarico di segretario.
È, altresì, da evitare — sempre che si voglia parlare e scrivere bene — l'espressione di qualità nel significato di buona, ottima qualità: è un libro di qualità; uno spettacolo di qualità.
A questo proposito il linguista Rigutini — non l'illustre sconosciuto, estensore di queste noterelle — fa notare che si tratta del solito francesismo: dare un senso determinato a parole che hanno bisogno di una determinazione; una qualità può essere anche cattiva, mediocre e pessima oltre che buona.
Oggi tale locuzione è largamente adoperata tanto che nell'uso comune si sente dire stoffa di qualità volendo significare stoffa di buona, ottima qualità.
Gli amatori del bel parlare e del bello scrivere aborriscano da questo gallicismo. La qualità di qualcosa deve sempre essere seguita dalla sua determinazione: buona, ottima, cattiva, pessima, mediocre e via dicendo.
PS. La locuzione in qualità di si trova in molte pubblicazioni, ma, come dicevamo, è meglio starne alla larga: Google Libri
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