Nomi esocentrici
Probabilmente peccheremo di presunzione se scriviamo — senza tema di essere smentiti — che molte firme di spicco del giornalismo e che si piccano di fare la lingua non hanno mai sentito parlare dei nomi composti esocentrici.
Bisogna dire, però, per onestà e a loro scusante, che non tutti i così detti sacri testi grammaticali trattano l'argomento. Vediamo, dunque.
Si dicono esocentrici — in linguistica — quei nomi composti, generalmente un sostantivo e un aggettivo, che hanno il significato nel loro interno, dentro (dal greco ἔσω /éso/, εἴσω /éiso/, dentro, all'interno).
Un nome composto la cui esocentricità è ben visibile è pellerossa. Proprio per questo motivo alcuni Autori lasciano questo sostantivo invariato nella forma plurale: il pellerossa, i pellerossa.
Per costoro, dunque, il significante è all'interno del termine: l'uomo che ha la pelle rossa; l'uomo dalla pelle rossa.
Noi non condividiamo assolutamente e seguiamo la regola secondo la quale i nomi composti di un sostantivo (pelle) e di un aggettivo (rosso) nella forma plurale mutano le desinenze di entrambi i componenti: il pellerossa, i pellirosse.
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