Buono, forte, grande
Molto spesso si fa un abuso degli aggettivi buono, forte e grande perché innumerevoli sono le persone o le cose per le quali viene spontaneo adoperarli: ma il concetto che tali aggettivi esprimono è troppo vago e generico. Consigliamo agli amatori della lingua, per tanto, di sostituirli, ogni qual volta che sia possibile, con un termine più appropriato.
Vediamo qualche esempio di abusi, piluccando qua e là: in corsivo l'aggettivo abusato e in parentesi quello più appropriato.
La grande (vasta) piazza era piena di dimostranti; una volta tanto sii buono (ubbidiente) e fa quello che ti chiede tuo padre; sapendo che siete tanto buoni (generosi, cortesi) ne approfitto per chiedervi un favore; in quel momento soffiava un vento forte (impetuoso), che faceva tremare le case; quel giovanotto, invece di scusarsi, ha peggiorato la situazione commettendo un grande (grave) errore; quella torta, a fine pranzo, era veramente buona (squisita); l'oratore ha arringato la folla con voce forte (tonante), tra applausi scroscianti; il fumo che usciva dall'appartamento in fiamme era forte (acre) e disgustoso; bisogna essere grati a questi forti (valorosi) soldati che vanno in giro per il mondo a portare la pace; se ti comporti bene, Dio, che è sommamente buono (misericordioso), ti perdonerà; il barbone, per una notte, ha trovato accoglienza, in paese, presso una famiglia che è tanto buona (caritatevole); le ricerche sono state rinviate perché scrosciava una forte (violenta, impetuosa, dirotta) pioggia.
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