Far la vita da sibarita
«Alzati, signorino, ti ho trovato un'occupazione: da ora in poi i divertimenti e il lusso — se ti sarà possibile — te li pagherai con i tuoi soldi; hai finito, finalmente, di poltrire tutta la mattina e di darti alla bella vita la sera. Dopo una giornata di lavoro non so se avrai ancora la voglia di darti alla vita notturna, ma soprattutto non so se avrai la possibilità di far la vita da sibarita», tuonò il padre di Antonio.
Quest'ultimo, ancora insonnolito e stanco della notte trascorsa fuori casa, lì per lì non capì cosa intendesse dire il padre con l'espressione far la vita da sibarita. Non ci volle molto tempo, però, perché afferrasse il significato: i soldi non gli sarebbero bastati per condurre un'esistenza sfarzosa cui l'aveva abituato — diseducandolo — il genitore.
Antonio, insomma, era stato il classico figlio di papà. Ora, però, il padre aveva capito di avere sbagliato nell'educazione del figlio e quest'ultimo capì — come per incanto — il significato dell'espressione adoperata dal padre: condurre una vita sfarzosa.
La locuzione trae origine dal fatto che gli abitanti dell'antica città di Sibari, ubicata nei pressi del golfo di Taranto, erano soliti condurre una vita piena di lusso, di fasto e di... comodi. La città, fiorentissima, venne distrutta — sembra — nel 510 a.C.
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