È proprio una farsa...
Riprendiamo il nostro viaggio alla ricerca di parole o frasi di uso corrente il cui significato recondito non è chiaro a tutti. Vi sarà capitato un’infinità di volte, gentili amici lettori, di sentire (o dire voi stessi) che tutto si è risolto in una farsa, vale a dire che tutto ciò si pensava dovesse essere trattato con la massima serietà – considerata l’enorme importanza – alla fine si è trasformato in un nulla di fatto.
Per comprendere l’origine e il significato di farsa occorre tornare indietro nel tempo e fermarsi al XIV secolo. In quel periodo storico non esistevano ancora i teatri e gli spettacoli si tenevano all’aperto – nelle piazze – e i soggetti erano tratti dalla storia sacra: i così detti misteri.
Con il trascorrere del tempo si cominciò a rappresentare, come intermezzo ai misteri, brevi scene di contenuto profano (non sacre, quindi) allo scopo di alleggerire l’austerità e la pesantezza dello spettacolo principale, la storia sacra, appunto.
E, sempre con il trascorrere del tempo, queste scenette assunsero, via via, un carattere scherzoso, allegro, fino a diventare addirittura volgari. Bene. In Francia, dove ebbe origine questo intermezzo, la scena inserita tra un atto e l’altro prese il nome di farce (ripieno, imbottitura) e questo dal latino farcire (riempire, imbottire, infarcire): scena introdotta nello spettacolo come ripieno.
Dal francese farce dunque, si è fatto l’italiano farsa. Se apriamo un qualsivoglia vocabolario, lo Zingarelli, per esempio, alla voce farsa possiamo leggere: «Genere teatrale risalente al XV secolo, ancor oggi vivo, di carattere comico e grossolano e, in senso figurato, serie di avvenimenti o imprese sciocche e ridicole”. etimo.it
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