La riffa...

Durante le festività natalizie, ma soprattutto di fine anno – come è consuetudine, ormai – non c’è bar o negozio di generi alimentari (ma non solo) che non organizzi per i propri clienti una grandiosa riffa mettendo in palio il meglio dei prodotti che il mercato possa offrire.
Il termine riffa è conosciutissimo; se apriamo un qualsivoglia vocabolario (anche quelli che definiamo permissivi) alla voce in oggetto, possiamo leggere: «lotteria privata, avente per premio un oggetto di valore».
Ciò che, probabilmente, molti non sanno, o meglio non conoscono, è la derivazione di questo vocabolo – tanto di attualità in questo particolare periodo – che non ha origini italiche bensì iberiche. Riffa è, infatti, l’adattamento della voce spagnola rifa che significa, per l’appunto, lotteria.
Non dobbiamo dimenticare che il nostro Paese, nel corso dei secoli, è stato terra di conquista di molti popoli, tra i quali anche gli Spagnoli; è normale, quindi, che la lingua italiana abbia risentito dell’influenza del lessico di questo popolo.
La lotteria, anzi la riffa, ci richiama alla mente una locuzione, un modo di dire di uso corrente: di riffa o di raffa. Quante volte vi sarà capitato di dire o di sentir dire: «di riffa o di raffa, hai ottenuto ciò che volevi»; lo scopo è stato raggiunto in un modo o nell’altro, comunque sia; questo è, infatti il significato dell’espressione.
Per la spiegazione di questa locuzione occorre sapere che riffa ha anche un’altra accezione: prepotenza. L’etimologia, in questo caso, non è molto chiara. Alcuni Autori fanno derivare il vocabolo dall’uso partenopeo di riffa nel significato di contesa, baruffa. Raffa, invece, deriva dall’antico verbo raffare, aferesi di arraffare (l’aferesi – in linguistica – è la caduta di una o più lettere all’inizio di una parola), afferrare, strappare con violenza.
Di riffa o di raffa, in un modo o nell’altro, quindi – stando all’etimologia dei due termini – sempre di prepotenza.
etimo.it

24-12-2009 — Autore: Fausto Raso