C'è domino e... domino
Ecco un’altra delle tante parole omografe (stessa grafia) e omofone (stessa pronuncia) ma con significati distinti: domino (gioco e maschera).
Gli inventori del gioco, sembra, furono i monaci benedettini di Montecassino i quali gli dettero il nome di domino perché ogni qual volta riuscivano a collocare tutti i pezzi pronunciavano l’espressione latina Benedicamus Domino: benediciamo il Signore. Come accade sempre, in fatto di lingua, con il passare del tempo sparì il primo vocabolo e rimase solo il secondo termine a denominare il gioco.
Nella seconda accezione il domino, anticamente, era una sorta di cappa con cappotto che indossavano i religiosi, i sacerdoti in particolare, per ripararsi dal freddo. Più tardi un indumento analogo, vale a dire la cappa di seta nera o colorata che si indossava e si indossa tuttora nei balli in maschera, prese lo stesso nome.
Il medesimo termine si estese, con il tempo, alla persona che la porta. (Alcuni vocabolari fanno derivare il nome del gioco dalla maschera e viceversa)
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