Divertire e divorziare
Riteniamo interessante scoprire l’origine di due verbi di uso comune, di cui uno moderno (si fa per dire): divertire e divorziare. Il significato non abbisogna di spiegazioni essendo noto a tutti.
Leggiamo assieme due passi di due raffinati scrittori, uno del Cinquecento e uno del Seicento, rispettivamente Bernardo Davanzati e Paolo Segneri perché ci aiuteranno a focalizzare il problema, anzi l’argomento. Scrive il primo: «Ebbe ordine di divertire gli aiuti inviati a Vitellio»; e il secondo: «Un ruscelletto vicino alla sua sorgente, se faccia danno sul vostro campo, può essere divertito da voi con agevolezza e mandato altrove».
Di primo acchito, letti frettolosamente, entrambi i periodi sembrano sconclusionati: il verbo divertire c’entra come i cavoli a merenda. Così non è. E il perché è presto detto.
Gli amici lettori che hanno un’ infarinatura di... latinorum sanno benissimo che in origine il verbo divertire ebbe in italiano un solo significato, quello stesso che aveva il latino divèrtere, dal quale discende direttamente. Il latino divèrtere è composto di due elementi: il prefisso di(s), con il significato di ‘allontanamento’, ‘separazione’ e il verbo vertere (volgere) e significa, per tanto, volgere da, allontanare da; in altre parole deviare. Il primo dei due scrittori voleva, quindi, far cambiare strada ai militi inviati in aiuto di Vitellio; il secondo intendeva deviare il corso delle acque.
Con il trascorrere del tempo — attraverso un processo semantico — il verbo divertire ha perso l’accezione “primitiva” per acquisire quella figurata attuale, vale a dire svagare, rallegrare, distrarre. Di-vertire: allontanare il nostro animo, il nostro pensiero dalle preoccupazioni e dagli affanni quotidiani.
E veniamo all’altro verbo, parente di divertire, divorziare, entrato di prepotenza nel linguaggio comune — se la memoria non ci tradisce e non ci confondiamo — negli anni Settanta quando con un plebiscito unanime si respinse la proposta di abrogazione della legge sul... divorzio. Lo abbiamo definito parente di divertire perché non è altro che un discendente del latino divortere, variante di divèrtere (che come abbiamo visto significava separare, allontanare). Da divortere si fece il sostantivo divortium che in senso proprio valeva separazione.
Occorre precisare, però, che il suo primo significato non si riferì alle persone, bensì alle cose. Si diceva divortium, per esempio, il punto in cui due strade si separano prendendo ciascuna una propria direzione. Divortium era, per tanto, sinonimo di linea confinaria. Giunti a questo punto è facile immaginare come sia stato semplice per i glottologi “trasportare” il significato del verbo divorziare dalle cose alle persone.
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