Il regalo della Befana

Fra due giorni è la festività della Befana e la tradizione vuole che porti i regali ai bambini (ma non solo) che si sono comportati bene durante l’anno appena trascorso. Noi intendiamo fare un regalo ai nostri amici lettori parlando del... regalo.
Che cosa è questo regalo? Per saperlo dobbiamo chiamare in causa il padre della nostra lingua: il nobile latino. È necessario, però, prendere il discorso un po’ alla lontana. I Latini, dunque, avevano un verbo, regere, passato pari pari nella lingua volgare (l’italiano) se si eccettua l’aggiunta di una g (reggere). Questo verbo aveva un’infinità di significati: governare, guidare, reggere, condurre, dirigere.
Il sostantivo re, infatti, non è altro che un deverbale, vale a dire un nome derivato dal verbo reggere, precisamente è l’accusativo re(gem) tratto da regere, per l’appunto. Il re, dunque, è colui che regge le sorti di uno Stato. Da re sono stati formati gli aggettivi regio e regale.
Da quest’ultimo vocabolo, attraverso la lingua dei nostri cugini spagnoli, ci sono giunti i termini regalo e regalare. Il regalo, propriamente, è un dono al re, mentre lo spagnolo regalar — sempre propriamente — significa rendere omaggio al re.
Attraverso i secoli il regalo ha perso il significato originario di dono al re assumendo l’accezione generica di dono e il verbo regalare quella — sempre generica — di offerta che si ritiene utile e gradita.

04-01-2013 — Autore: Fausto Raso