L'uso della maiuscola
Alcuni amici lettori ci hanno scritto pregandoci di spendere due parole sul corretto uso della maiuscola. Li accontentiamo di cuore precisando, però, che regole... precise non esistono, occorre affidarsi al buon senso.
Adopereremo la maiuscola — a nostro modo di vedere — nei seguenti casi:
1) con i nomi propri geografici di nazioni, di città, di fiumi, di laghi, di mari: il Garda, la Francia, Firenze ecc.;
2) all’inizio di ogni periodo naturalmente, ovverosia dopo il punto fermo e dopo il punto esclamativo o interrogativo. E a proposito del punto interrogativo o di domanda riteniamo necessario mettere in evidenza il concetto che non sempre è obbligatorio l’uso della maiuscola. Quando più interrogazioni fanno parte di un unico concetto, di un periodo compiuto, ciascuna interrogazione comincerà con la lettera minuscola. Il principe degli scrittori, Alessandro Manzoni, ci dà un bellissimo esempio: «Cos’è? Cos’è? Campana a martello! fuoco? ladri? banditi?»;
3) con i cognomi, i nomi di persona, i soprannomi, i nomi di animali o cose personificate;
4) con i nomi di feste o avvenimenti importanti: Natale, Pasqua, Ferragosto;
5) con i nomi di nazionalità e popoli: i Cinesi, i Francesi;
6) con i nomi di enti o società;
7) con le sigle;
8) con i nomi dei santi.
Si tende a scrivere con l’iniziale minuscola, invece, i così detti nomi reverenziali, di cariche ecc.: ministro, dottore, cavaliere, presidente, deputato, vescovo, ragioniere e via dicendo. Insomma, ribadiamo, non c’è una normativa precisa: l’uso della maiuscola o della minuscola è affidato al gusto di chi scrive salvo, ovviamente, nei casi... ovvi.
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