Essere un tartufo
Questo modo di dire — probabilmente poco conosciuto — non ha nulla che vedere con il... tartufo (varietà di funghi). Si tira in ballo quando si vuole mettere in evidenza l’ipocrisia di una persona; si dice, insomma, di persona bigotta, baciapile, falsa, ma soprattutto di persona che nasconde mire opportune dietro un comportamento di assoluta onestà.
Allora, cortesi amici, quanti tartufi conoscete? Ma donde viene quest’espressione? Dall’omonima commedia molieriana. La locuzione allude, infatti, alla celeberrima commedia Tartuffe che lo scrittore francese riprese sull'Ipocrito di Pietro Aretino: il protagonista, benpensante e perbenista, alla fine delle sue peripezie vede smascherate le sue mire disoneste.
C’è da dire, per la cronaca, che la popolarità dell’opera deriva dalle polemiche, piuttosto aspre, che scatenò tra la corte di Luigi XIV: moltissimi cortigiani si riconobbero, infatti, nel protagonista, Tartufo, appunto.
Di qui, l’uso figurato della locuzione.
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