Avere il cervello in pappa
Il lettore Arturo V, di Lamezia Terme (CZ), ci scrive: «Gentile dr Raso, seguo con vivo interesse le sue noterelle sull’uso corretto della lingua di Dante e sulla spiegazione di alcuni modi di dire propri della nostra bellissima lingua. Ne approfitto, quindi, per domandarle il significato e l’origine di un modo di dire che ho sentito ieri per la prima volta: Avere il cervello in pappa. Grazie se mi onorerà di una sua cortese risposta».
Sono io a ringraziarla, gentile amico, per la sua fiducia. La locuzione da lei riportata è di uso prettamente familiare e si riferisce a una persona molto stanca e, in quanto tale, non riesce più a usare la sua intelligenza.
Hanno il cervello in pappa, insomma, coloro che — per i motivi più disparati — hanno perso la lucidità mentale, il buon senso e la capacità di giudizio. L’espressione ci dà l’immagine — in senso figurato — di un cervello in poltiglia che, avendo perso la sua consistenza naturale, perde la sua funzionalità, ma non rasenta, per carità, l’idiozia. Il modo di dire si adopera anche nelle varianti avere il cervello in marmellata e avere il cervello in acqua.
E a proposito di stanchezza, cui fa riferimento la locuzione, come non ricordare l’espressione sentirsi a pezzi, essere, cioè molto stanchi fisicamente e moralmente? La locuzione — va da sé — non abbisogna di spiegazioni: la persona stanca sente — metaforicamente — che i suoi pezzi (le varie parti del corpo) stanno per... spezzarsi.
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